dagli amici del clan Scout MI 30
Il Clan del gruppo Socut MI 30 ha deciso di trascorrere una settimana nel proprio cammino di formazione e d’impegno; per tutti noi di CasArcobaleno, per i piccoli Rom con cui abbiamo giocato, sono stati una benedizione e una fonte di gioia ed una testimonainza d’impegno serio e solidale che ha allargato i nostri orizzonti.. tornati a casa ci hanno scritto ed è importante per noi condividere il tutto con i Lasalliani.
Eccoci tornati a Milano.
Un po’ spaesati.
Un po’ emozionati.
Un po’ nuovi.
Inutile illudersi di riuscire a spiegare a pieno ai tanti che ci chiedono dell’esperienza che abbiamo vissuto.
Inutile illudersi di riuscire a spiegare a pieno la potenza dell’esperienza che, soprattutto grazie a voi, abbiamo avuto l’onore e il privilegio di vivere durante quei dieci giorni.
Dieci giorni fantastici.
Dieci giorni fantastici a Scampia.
Scampia. Un quartiere degradato con molti problemi... ma questo non ha fatto in modo che persone come voi abbiano rinunciato a provare a renderlo migliore.Ma se non ci vai, non puoi capire.
Dieci sono i giorni che noi, clan del gruppo scout del Milano 30, abbiamo deciso di trascorrere lì. Per esserci.
Esserci.
Per 10 giorni e sentirsi parte di quel luogo. Ascoltare testimonianze. Vedere con i nostri occhi.
Esserci.
Noi, un gruppo di 11 ragazzi partiti da Milano con mille idee, pregiudizi e aspettative ma con la convinzione che solo mettendo piede in quel quartiere avremmo potuto capire davvero a cosa certe persone devono andare incontro ogni giorno.
Dieci giorni fantastici.
Dieci giorni fantastici anche se tra la paura e il terrore di calpestare una siringa. Quelle siringhe che ti obbligano a tenere lo sguardo basso sull’asfalto rovente. Dopo la prima escursione coraggiosa in sandali, scegliere l’alternativa migliore: le scarpe. Chiuse. Rifugio sicuro.
Dieci giorni fantastici anche se per le strade di Scampia le macchine ti sfrecciano accanto, troppo velocemente per attraversare tranquillamente. Mentre ringrazi l’inventore dei marciapiedi, arrivi al ciglio e, quando sei obbligata ad attraversare la strada, guardi attentamente perché le macchine vanno veloci, non rispettano nulla. Aspetti fin quando la strada non è sgombra perché hai paura delle automobili che si lanciano a tutta velocità sull’asfalto.
Dieci giorni fantastici.
Abbiamo fatto animazione ai bambini rom, tutte le mattine, nei campi rom di Scampia, spesso con qualcuno di voi della comunità che lì c’era già stato e che conosceva tutti.
Entrare nel campo rom..per dieci giorni. Il primo. Tanta diffidenza. Timore. Lo sporco. Gli sguardi delle persone che ci vedevano passare. I nostri sguardi. Cercare di tenere a distanza i bambini. E poi qualcosa è cambiato.
L’animazione al campo rom. Noi, milanesi, nel campo rom di Scampia. E’ stato scoprire che i bambini sono bambini, in qualunque posto vivano, in qualunque condizione si ritrovino. Hanno tutti voglia di giocare, di mettersi in mostra, di far vedere quanto sono bravi. Soprattutto hanno bisogno di affetto. E dopo i primi timori ti trovi a baciarli sulle guance, a stringerli le piccole e fragili dita tra le tue mani. Abbracci i loro corpi così minuscoli, così bisognosi di qualche carezza. I loro corpi abituati a mani ruvide. Non puoi negar loro un abbraccio.
Sono sporchi, ma non ci fai più caso.
Quando ti ritrovi davanti i bimbi, quelli piccoli, che ti corrono incontro, quasi incespicando sui loro piedi, e ti salutano, donandoti un sorriso luminoso, non puoi fare a meno di sorridere a tua volta, e di accarezzarli.
E questo voi fratelli e ragazzi e ragazze lo sapete già bene. Fin dal vostro primo giorno nel campo rom.
Per fortuna non eravamo mai soli. Anche quel fatidico primo giorno non eravamo soli. Nemmeno lì. Nel campo. Voi, che già da tempo avete iniziato a frequentare il campo rom, eravate sempre lì con noi. A farci forza. A sorridere ai bimbi che già conoscevate per nome. Uno ad uno. Lì, nel campo rom. Anche se nei giornali dicono che li stanno schedando. Anche se il governo li ritiene pericolosi. Da voi quei piccoli bimbi vengono accolti come piccoli fratelli e piccole sorelle. Già da tempo.
Come angeli custodi..ringraziavamo Dio di avervi accanto. Soprattutto i primi giorni, era impossibile non sentirci spaesati e totalmente fuori luogo ma è bastato un sorriso di qualche bimbo che ti corre incontro con le braccia aperte perché vuole essere preso in braccio e qualche pacchetta sulla spalla di fra Martin di incoraggiamento per farci andare avanti.
E farci osare.
Perché è ciò che voi Lasalliani fate, avete fatto tutti i giorni e speriamo con tutto il cuore, facciate ancora per molto in futuro.
Ciò che avete fatto fino ad ora. Costantemente.
Solo grazie a voi siamo riusciti a sentirci protetti. Anche lì, così lontano dalla nostra realtà quotidiana milanese.
Abbiamo sentito testimonianze. Abbiamo vissuto Napoli. Abbiamo vissuto Scampia. Così per una settimana. La paura di stare in strada. Il tirare il fiato ogni qualvolta mettevamo piede nel rifugio sicuro di CasArcobaleno. Sentirla come una casa. Quando invece eravamo fuori dal quartiere non vedevamo l’ora di tornarci. Anche se era Scampia. Sentirlo come un porto sicuro. Anche se è incredibile da credere, per quello che si sente alla televisione, per quello che si legge sui giornali.
Ma bisogna vivere non leggere.
Perché Scampia non è solo droga, non è solo Vele. Scampia è anche la gente che ci vive, che ogni giorno trova la forza di alzarsi, di uscire di casa. Gente che ogni giorno trova il coraggio di vivere. Persone che ti regalano sorrisi, che ha voglia di raccontarsi, che vogliono farti comprendere quanto la realtà viene falsata dai media. Vogliono dirti che non sono dei drogati, che non fanno tutti parte della camorra.
Ed è per questo che noi sentivamo Scampia come un porto sicuro. E in particolare sentivamo CasArcobaleno la nostra oasi, la nostra casa. Il nostro paradiso inattaccabile. Saldo. Sempre lì. Con Fratel Martin, il nostro scoglio, la nostra ancora di salvezza.
Casarcobaleno, la comunità dei Fratelli e la Cooperativa Occhi Aperti. Un'oasi felice in mezzo a tanto degrado. Un'oasi d pace in mezzo a tante siringhe, in mezzo a tanti rifiuti.un punto d'appoggio per noi, un luogo sicuro. una protezione per tutti i ragazzi del quartiere che possono studiare, chiacchierare, essere seguiti o passare i loro pomeriggi giocando al bigliardino. Tutto ciò all'interno d quattro mura colorate che rappresentano una speranza.
Va quindi un grazie particolare a tutti voi che operate in questa struttura.. a voi che avete pensato bene di rimboccarvi le maniche e creare un luogo come questo, aiutati dal Signore, accompagnati dal Signore.
Abbiamo vissuto casArcobaleno, abbiamo vissuto Scampia.
Anche alcuni di noi che hanno speso le loro ferie per conoscere questa nuova realtà si dicono soddisfatti dell’aver incontrato persone come voi, così piene di amore e gentilezza verso il prossimo. Grazie a voi, abbiamo capito il senso dell'altruismo, del non arrendersi nei momenti di difficoltà e che il mondo può cambiare; voi, che anche nelle avversità, siete capaci di sorridere e non mostrare mai i vostri problemi. E i ragazzi, sorridenti, contenti..perché sanno che stanno venendo da voi a Casa Arcobaleno e dai Fratelli e perché sanno che lì troveranno conforto, qualcuno che li ascolta, qualcuno di cui possano fidarsi, qualcuno che accolga i ragazzi come fratelli, per allontanarli dal mondo esterno che li circonda.Come dimenticare la disponibilità d fratel Enrico, l'allegria contagiosa di fratel Martin, il vostro essere così preparati su tutto ciò che un luogo come Scampia rappresenta ed è???L'essere con te, Fratel Martin, il girare per il quartiere e sentirsi sicuri.
Grazie. Grazie per averci permesso di dedicarvi del tempo.
Grazie per averci permesso d dedicare del tempo ai bimbi rom, tempo che per loro era importantissimo.Grazie per averci fatti sentire un po' importanti in soli 10 giorni.Grazie, perché quest'esperienza c'ha lasciato molto..
Grazie, perché difficilmente la dimenticheremo.
Grazie a voi, molti bambini riescono a dimenticare di vivere in un posto abbandonato dalle istituzioni..Meno male che esistono persone come voi, che fanno del bene come dei veri e propri portatori di pace..
Meno male che esistano “oasi felici“ e sicuri per la gente onesta ( o che vuole diventarlo..) di Scampia.
Meno male che, anche a un passo da una piazza di spaccio di droga, una delle più importanti d’Italia, si possa trovare la vita.
Forse angeli caduti per caso.
Come fiori che sbocciano fra le rocce a tremila metri, così avete dimostrato caparbiamente a tutti di voler migliorare un quartiere così degradato come quello di Scampia portando la pace, la giustizia a chi ne ha più bisogno…
e così voi tutti operatori di pace e giustizia come fratel Martin, fratel Enrico, fratel Raffaele portate speranza ogni giorno perché, come abbiamo letto su un muro proprio lì da voi: “ La speranza ha bisogno di ali”… ed, instancabilmente, tutti voi lavorate per questo… perché ci credete, per costruire ali a questi ragazzi.
Ali di speranza… per un futuro , il loro futuro, migliore.
Ancora grazie, infinitamente grazie.
Il clan Kiowa/ Sirio del gruppo scout Milano 30.
Eccoci tornati a Milano.
Un po’ spaesati.
Un po’ emozionati.
Un po’ nuovi.
Inutile illudersi di riuscire a spiegare a pieno ai tanti che ci chiedono dell’esperienza che abbiamo vissuto.
Inutile illudersi di riuscire a spiegare a pieno la potenza dell’esperienza che, soprattutto grazie a voi, abbiamo avuto l’onore e il privilegio di vivere durante quei dieci giorni.
Dieci giorni fantastici.
Dieci giorni fantastici a Scampia.
Scampia. Un quartiere degradato con molti problemi... ma questo non ha fatto in modo che persone come voi abbiano rinunciato a provare a renderlo migliore.Ma se non ci vai, non puoi capire.
Dieci sono i giorni che noi, clan del gruppo scout del Milano 30, abbiamo deciso di trascorrere lì. Per esserci.
Esserci.
Per 10 giorni e sentirsi parte di quel luogo. Ascoltare testimonianze. Vedere con i nostri occhi.
Esserci.
Noi, un gruppo di 11 ragazzi partiti da Milano con mille idee, pregiudizi e aspettative ma con la convinzione che solo mettendo piede in quel quartiere avremmo potuto capire davvero a cosa certe persone devono andare incontro ogni giorno.
Dieci giorni fantastici.
Dieci giorni fantastici anche se tra la paura e il terrore di calpestare una siringa. Quelle siringhe che ti obbligano a tenere lo sguardo basso sull’asfalto rovente. Dopo la prima escursione coraggiosa in sandali, scegliere l’alternativa migliore: le scarpe. Chiuse. Rifugio sicuro.
Dieci giorni fantastici anche se per le strade di Scampia le macchine ti sfrecciano accanto, troppo velocemente per attraversare tranquillamente. Mentre ringrazi l’inventore dei marciapiedi, arrivi al ciglio e, quando sei obbligata ad attraversare la strada, guardi attentamente perché le macchine vanno veloci, non rispettano nulla. Aspetti fin quando la strada non è sgombra perché hai paura delle automobili che si lanciano a tutta velocità sull’asfalto.
Dieci giorni fantastici.
Abbiamo fatto animazione ai bambini rom, tutte le mattine, nei campi rom di Scampia, spesso con qualcuno di voi della comunità che lì c’era già stato e che conosceva tutti.
Entrare nel campo rom..per dieci giorni. Il primo. Tanta diffidenza. Timore. Lo sporco. Gli sguardi delle persone che ci vedevano passare. I nostri sguardi. Cercare di tenere a distanza i bambini. E poi qualcosa è cambiato.
L’animazione al campo rom. Noi, milanesi, nel campo rom di Scampia. E’ stato scoprire che i bambini sono bambini, in qualunque posto vivano, in qualunque condizione si ritrovino. Hanno tutti voglia di giocare, di mettersi in mostra, di far vedere quanto sono bravi. Soprattutto hanno bisogno di affetto. E dopo i primi timori ti trovi a baciarli sulle guance, a stringerli le piccole e fragili dita tra le tue mani. Abbracci i loro corpi così minuscoli, così bisognosi di qualche carezza. I loro corpi abituati a mani ruvide. Non puoi negar loro un abbraccio.
Sono sporchi, ma non ci fai più caso.
Quando ti ritrovi davanti i bimbi, quelli piccoli, che ti corrono incontro, quasi incespicando sui loro piedi, e ti salutano, donandoti un sorriso luminoso, non puoi fare a meno di sorridere a tua volta, e di accarezzarli.
E questo voi fratelli e ragazzi e ragazze lo sapete già bene. Fin dal vostro primo giorno nel campo rom.
Per fortuna non eravamo mai soli. Anche quel fatidico primo giorno non eravamo soli. Nemmeno lì. Nel campo. Voi, che già da tempo avete iniziato a frequentare il campo rom, eravate sempre lì con noi. A farci forza. A sorridere ai bimbi che già conoscevate per nome. Uno ad uno. Lì, nel campo rom. Anche se nei giornali dicono che li stanno schedando. Anche se il governo li ritiene pericolosi. Da voi quei piccoli bimbi vengono accolti come piccoli fratelli e piccole sorelle. Già da tempo.
Come angeli custodi..ringraziavamo Dio di avervi accanto. Soprattutto i primi giorni, era impossibile non sentirci spaesati e totalmente fuori luogo ma è bastato un sorriso di qualche bimbo che ti corre incontro con le braccia aperte perché vuole essere preso in braccio e qualche pacchetta sulla spalla di fra Martin di incoraggiamento per farci andare avanti.
E farci osare.
Perché è ciò che voi Lasalliani fate, avete fatto tutti i giorni e speriamo con tutto il cuore, facciate ancora per molto in futuro.
Ciò che avete fatto fino ad ora. Costantemente.
Solo grazie a voi siamo riusciti a sentirci protetti. Anche lì, così lontano dalla nostra realtà quotidiana milanese.
Abbiamo sentito testimonianze. Abbiamo vissuto Napoli. Abbiamo vissuto Scampia. Così per una settimana. La paura di stare in strada. Il tirare il fiato ogni qualvolta mettevamo piede nel rifugio sicuro di CasArcobaleno. Sentirla come una casa. Quando invece eravamo fuori dal quartiere non vedevamo l’ora di tornarci. Anche se era Scampia. Sentirlo come un porto sicuro. Anche se è incredibile da credere, per quello che si sente alla televisione, per quello che si legge sui giornali.
Ma bisogna vivere non leggere.
Perché Scampia non è solo droga, non è solo Vele. Scampia è anche la gente che ci vive, che ogni giorno trova la forza di alzarsi, di uscire di casa. Gente che ogni giorno trova il coraggio di vivere. Persone che ti regalano sorrisi, che ha voglia di raccontarsi, che vogliono farti comprendere quanto la realtà viene falsata dai media. Vogliono dirti che non sono dei drogati, che non fanno tutti parte della camorra.
Ed è per questo che noi sentivamo Scampia come un porto sicuro. E in particolare sentivamo CasArcobaleno la nostra oasi, la nostra casa. Il nostro paradiso inattaccabile. Saldo. Sempre lì. Con Fratel Martin, il nostro scoglio, la nostra ancora di salvezza.
Casarcobaleno, la comunità dei Fratelli e la Cooperativa Occhi Aperti. Un'oasi felice in mezzo a tanto degrado. Un'oasi d pace in mezzo a tante siringhe, in mezzo a tanti rifiuti.un punto d'appoggio per noi, un luogo sicuro. una protezione per tutti i ragazzi del quartiere che possono studiare, chiacchierare, essere seguiti o passare i loro pomeriggi giocando al bigliardino. Tutto ciò all'interno d quattro mura colorate che rappresentano una speranza.
Va quindi un grazie particolare a tutti voi che operate in questa struttura.. a voi che avete pensato bene di rimboccarvi le maniche e creare un luogo come questo, aiutati dal Signore, accompagnati dal Signore.
Abbiamo vissuto casArcobaleno, abbiamo vissuto Scampia.
Anche alcuni di noi che hanno speso le loro ferie per conoscere questa nuova realtà si dicono soddisfatti dell’aver incontrato persone come voi, così piene di amore e gentilezza verso il prossimo. Grazie a voi, abbiamo capito il senso dell'altruismo, del non arrendersi nei momenti di difficoltà e che il mondo può cambiare; voi, che anche nelle avversità, siete capaci di sorridere e non mostrare mai i vostri problemi. E i ragazzi, sorridenti, contenti..perché sanno che stanno venendo da voi a Casa Arcobaleno e dai Fratelli e perché sanno che lì troveranno conforto, qualcuno che li ascolta, qualcuno di cui possano fidarsi, qualcuno che accolga i ragazzi come fratelli, per allontanarli dal mondo esterno che li circonda.Come dimenticare la disponibilità d fratel Enrico, l'allegria contagiosa di fratel Martin, il vostro essere così preparati su tutto ciò che un luogo come Scampia rappresenta ed è???L'essere con te, Fratel Martin, il girare per il quartiere e sentirsi sicuri.
Grazie. Grazie per averci permesso di dedicarvi del tempo.
Grazie per averci permesso d dedicare del tempo ai bimbi rom, tempo che per loro era importantissimo.Grazie per averci fatti sentire un po' importanti in soli 10 giorni.Grazie, perché quest'esperienza c'ha lasciato molto..
Grazie, perché difficilmente la dimenticheremo.
Grazie a voi, molti bambini riescono a dimenticare di vivere in un posto abbandonato dalle istituzioni..Meno male che esistono persone come voi, che fanno del bene come dei veri e propri portatori di pace..
Meno male che esistano “oasi felici“ e sicuri per la gente onesta ( o che vuole diventarlo..) di Scampia.
Meno male che, anche a un passo da una piazza di spaccio di droga, una delle più importanti d’Italia, si possa trovare la vita.
Forse angeli caduti per caso.
Come fiori che sbocciano fra le rocce a tremila metri, così avete dimostrato caparbiamente a tutti di voler migliorare un quartiere così degradato come quello di Scampia portando la pace, la giustizia a chi ne ha più bisogno…
e così voi tutti operatori di pace e giustizia come fratel Martin, fratel Enrico, fratel Raffaele portate speranza ogni giorno perché, come abbiamo letto su un muro proprio lì da voi: “ La speranza ha bisogno di ali”… ed, instancabilmente, tutti voi lavorate per questo… perché ci credete, per costruire ali a questi ragazzi.
Ali di speranza… per un futuro , il loro futuro, migliore.
Ancora grazie, infinitamente grazie.
Il clan Kiowa/ Sirio del gruppo scout Milano 30.
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