nel mondo dei bambini c'è sempre posto per tutti
Non c’era posto per loro
nell'albergo, non c’è posto per Gesù in questo mondo, non c’è posto per le sue
parole che ci vogliono accoglienti verso tutti, in particolare con i più
poveri.
Nel mondo che abbiamo costruito
non c’è posto… e ogni giorno continuiamo ad escludere i più poveri e gli
ultimi, con giustificazioni pseudo-razionali, soprattutto con tante auto
giustificazioni. E piano piano rischiamo di entrare a far parte della folla che
urla: “non c’è posto” “Crocifiggilo”
Oggi, con la mia famiglia, con
alcuni ragazzi del movimento dei giovani lasalliani e una mamma di uno dei
ragazzi, ho partecipato alla via crucis che la Comunità Lasalliana di Scampia
ha organizzato al campo rom di Giuliano e questa frase: “non c’è posto” mi è
rimbombata nella testa e nel cuore.
Vetri, tanti vetri per terra, su
una colata di cemento in mezzo al nulla.
Separate da tutto, escluse dal
resto della “gente civile” , le famiglie rom del campo di Giuliano vivono ogni
giorno in un posto che apparentemente sembra dimenticato da Dio.
La verità è che oggi, entrando in
quel luogo, Dio lo abbiamo trovato! Siamo entrati nella sua casa e siamo stati
accolti da tanti sorrisi e da tanta voglia di giocare, da tanti tanti bambini,
che correvano e saltavano a piedi nudi su quei vetri per venirci incontro.
Mia
figlia Elena, la più piccola, ha subito fatto amicizia con un gruppo di bambine
e dopo qualche corsa e qualche salto, il gioco è diventato quello di spazzare
via i pezzi di vetro con delle scope, insomma, fare pulizia. Poi, siccome Elena
era l’unica che sapeva leggere, anche se c’erano bimbe più grandi di lei, ha
letto per loro un piccolo libricino. Emanuele guardava e parlava, provava a capire
come fosse possibile che dei bambini vivessero in quelle condizioni.
I bambini sono i nostri maestri,
per questo Gesù dice che dobbiamo riuscire a tornare come loro per entrare nel
suo Regno, perché nel suo Regno c’è posto per tutti, come nel mondo dei
bambini…
Alla quinta stazione della via
crucis, mentre ascoltavamo dell’indifferenza di Pilato davanti all’ingiustizia
che aveva sotto gli occhi, vicino a noi c’era la carcassa di un topo morto, lì
nel piazzale, dove i bambini giocano quando possono… Sono gli stessi bambini
che incontrate nella metro, gli stessi che chiedono qualcosa ai semafori, gli
stessi a cui viene negato il diritto all’istruzione e all’infanzia, perché non
c’è posto per loro…
Pilato è ancora ben vivo e ha
davvero tanti seguaci, anche tanti cristiani “tiepidi” come li definisce Papa
Francesco, che vanno magari a messa tutte le domeniche e poi scacciano un
bambino nella metro.
I bambini non sono tiepidi, sono
fuoco, per questo sono i nostri maestri, perché noi a poco a poco rischiamo di
raffreddarci, di non ricordare il calore della tenerezza e dell’amore per gli
altri.
Dopo una giornata bella, e
comunque faticosa siamo rientrati in casa, e mentre mettevo a letto mia figlia
ho voluto ringraziarla per come si era comportata.
La sua risposta è stata in tono
con la giornata:
“ma io non ho fatto niente, ho
solo giocato…”
E’ proprio vero, ho ancora tanto
da imparare anche io, e volentieri, mi metto alla scuola dei nostri maestri
bambini.
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