una mia amica lasalliana scrive...
La prima volta è stato un colpo al cuore. È stato
vedere CasArcobaleno in cui piove, vedere il campo Rom, sentire le ragazze
della borsa lavoro, comprendere cosa significa bilinguismo. Ero tornata a casa
con il cuore carico di dolore, un dolore che faccio sempre più fatica a
gestire, e che a volte è tanto grande che mi paralizza. Avevo negli occhi le
vele, la povertà, la mancanza di speranza, e qua e là oasi nel deserto, te
Edoarda Raffaele. Ma se paragoni le oasi al deserto ti rendi conto che per
quanto siano belle, fertili, accoglienti, si devono scontrare con il deserto,
che non lascia spazio.
Questa volta invece sono tornata a casa con
un'emozione diversa. Un'emozione sempre tanto forte, che ho dovuto mettere da
parte per due giorni prima di riuscirne a parlare o anche solo a rendere
comprensibile. Questa volta ho visto un esercito di formiche: piccole,
apparentemente deboli, ma numerosissime. Formiche che vivono nel freddo ma non
si lamentano e ballano. Questa volta ho visto la vita che tanti scampiesi
tentano di condurre nella normalità o quasi, andando avanti, consapevoli del
male, dei problemi, della fatica, ma comunque andando avanti. Ho visto che nel
deserto le oasi sono tante, tante al punto che spesso mi viene da pensare che
il deserto è destinato a non restare tale per sempre. È stata una visione con
più speranza, merito anche dei ragazzi di Roma. Loro saranno il futuro, la loro
posizione sociale li porterà a posizioni importanti. Io già non sono più il
futuro, il mio percorso in un certo senso è già segnato, potrò fare qualcosa ma
saranno goccioline. In loro invece ho grande fiducia. Lasciare il futuro a
Francesco, Pierpaolo, Angela, Giulia e agli altri mi dà serenità. Tu, gli
Associati, i tuoi confratelli state costruendo un piccolo, meraviglioso plotone
di assalto. Questo plotone rende più leggero il dolore che provo. "C'è
speranza" come hanno scritto accanto alle vele.
Perciò grazie, perché voi questa speranza la
coltivate con la vostra stessa vita. Siete davvero straordinari e io davanti al
dono di voi che avete fatto e fate tutti i giorni provo rispetto, ammirazione
sconfinata ma anche imbarazzo.
E grazie per il bel regalo che ci hai fatto:
immagino che la ricetta sia parte del progetto di Io valgo, giusto?
Commenti