Mercoledì 6 giugno inizierò a fare il tutor nel carcere di Secondigliano per un corso di impiantistica termoidraulica; sono impaurito, non dal carcere, mondo sconosciuto, lontano che non avrei mai immaginato di frequentare… quindi c’è lo zampino di Dio “sempre vigile e provvidente”… la cui corrispondente opera di misericordia corporale mi sembrava così desueta e assai difficile da realizzare… il carcere è sicuramente un mondo a parte, non solo perché chiuso, invalicabile e separato… la prima immagine è un monastero di clausura, ma sarà la mia deformazione personale… ma anche perché è contrassegnato dalla colpa, dall’errore… qualunque esso sia… ho timore di non esserne all’altezza, sia per la difficoltà di parlare e comprendere il napoletano che per la novità dell’impegno, su come entrare in relazione con degli adulti, su come guardarli con lo sguardo del “Buon Pastore”, e di chi crede di sapere che è il “buon ladrone” il primo ad entrare e che pubblicani e prostitute ci precederanno… sarò la sguardo che segnerà il primo incontro, prima della parole, saranno i gesti che spero non nervosi per le cose da fare, per ricordarsi di fare tutto… saranno i dettagli, i farli entrare nella mia vita, che comprende la preghiera e il cuore, i pensieri e el azioni, una conversione degli occhi e una chiamata per il cuore ad ardere… penso a La Salle che a Rouen aveva dei giovani detenuti nella scuola di Saint Yon… un ritorno alle origini per noi fratelli che volevamo seguire le orme del fondatore qui a Scampia… un invito inatteso di Fabrizio (p. Valletti s.j.) che ci chiesto se eravamo disponibili: Raffaele insegnerà italiano mentre io fungerò da tutor… il tutto verrà condiviso con te… sostienimi e sostienici con la tua preghiera… ne ho e ne abbiamo bisogno…

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