C'è Anniversario ed Anniversario... come la modalità di renderlo "memoria preicolasa"

Anniversario di un trasloco… 24 giugno 1682

La Salle lascia la casa paterna per andare a vivere in Rue Neuve con quei primi discepoli, non ancora fratelli, che nel 1681, nello stesso giorno, aveva cominciato ad alloggiare a casa sua per averli con lui sotto la sua tutela… il fondatore ha voluto festeggiare in questo modo il suo onomastico, lasciando casa sua per inserirsi tra coloro che aveva scoperto suo maestri: i POVERI… “sradicandosi dal <<suo mondo>>, La Salle può incarnarsi nel mondo dei poveri. E’ qui, alla radice della storia, della sua storia con i Poveri e per i Poveri, che La Salle cercherà di conoscere da ora in poi la volontà di Dio e di servire i disegni di Dio… in questa prima forma di comunità, La Salle e i maestri si educano mutuamente a cercare la volontà di Dio in comunità e ad obbedirGli… In questa sua obbedienza convergono, piano piano le aspirazioni di un gruppo di uomini che si sono inseriti in un <<mondo nuovo>>,: il mondo dei Poveri dove risplende la Buona Notizia per i Poveri”. (M. Sauvage- M. Campos fsc)

“Le innovazioni più significative procedono tutte da uno spostamento, talvolta fisico. Da uno spostamento verso una popolazione, una cultura, un altro modo di vedere, di reagire di funzionare. Uno spostamento che prende in conto l'altro e la sua differenza, uno spostamento che disorienta. G.B. de La Salle l'aveva capito e l'atto fondatore risiede lì, primariamente e in gran parte: è all'origine di tutta la nostra storia santa”. (Nicolas Capelle fsc).

Ma questa festa deve essere tutta interiore per me, perché il nostro trasloco ancora non si fa, perché bisogna avere carte in regola, perché devono pensarci gli avvocati e i commercialisti, perché… la Provvidenza è dimenticata, il “soffio dello spirito” è da contenere e deve essere soggiogato dalla pazienza, dalla prudenza religiosa, dalla “sana” riflessione… passione e desiderio sono termini da nascondere e dimenticare, incarnazione ed esodo sono concetti adatti per i libri di teologia o per dotte disquisizioni e non per la vita che è un’altra cosa… la vita deve essere regolata, garantita, fissata, normalizzata… tutto deve essere prudentemente sancito in comode stanze… con finestre chiuse… i sogni sono cosa da bambini, da folli, non nutrimento d’adulti… alla base di tutto ci sono calcoli e statistiche, il codice di diritto canonico ha il sopravvento sulla Buona Notizia… è vero: tutto, e prima di ogni cosa la fede, deve essere provato nel “crogiuolo” affinché producila vita sia in piena e in abbondanza, affinché germoglino i frutti da Lui voluti… forse me lo dimentico io… ma è anche vero che i discepoli di Emmaus hanno avuto gli occhi aperti e hanno saputo riconoscere che il loro cuore ardeva solo nel momento in cui il Pellegrino che li accompagnava ha compiuto un gesto concreto, ha portato tutte le parole nella Vita, ha fatto veder loro che ciò che era stato detto aveva aderenza nella vita concreta di condivisione… l’evidenza della Buona Notizia è data dalla Vita che rende viva la Parola… la Parola ha vita solo se è celebrata, solo se trova spazio nell’ordinarietà, solo se la Vita ha la precedenza su norme e regole e canoni e riti e sagge riflessioni…

Festeggiare questo anniversario… forse la vera fedeltà sarebbe fare come dice il Signore ad Ezechiele: “Tu comportati come un deportato, prendi solo lo stretto necessario e prepara al tua partenza in pieno giorno sotto gli occhi di tutti. Lascia il luogo dove abiti per andartene in un altro, sotto il loro sguardo… mentre ti guardano fa un’apertura nella parete della casa ed esci da lì con il tuo bagaglio. Sotto il loro sguardo mettilo in spalla e scompari nell’oscurità con il viso coperto per non vedere la tua terra…” (Ez 12, 3-6)… ed invece di essere attivo a preparare il bagaglio, mi lamento solo…

Una data dimenticata ma per me importate oggi, data simbolo per un cambiamento, anniversario di una scelta evangelica ed esistenziale dalla quale non è più tornato indietro… data in cui La Salle lega la sua vita non più alla sua famiglia, al suo titolo, alla sua professione, ma a Dio, ai Poveri, ai suoi umili discepoli che disprezzava più del suo ultimo valletto.

Anniversario di un inizio di una storia non scritta anche oggi, anniversario di una comunione concreta di vita e di beni che La Salle inizia con la scelta del vivere insieme … il Regno di Dio a Scampia nascerà dalla comunione di vita e di beni dove i confini che separano le persone sono cancellati e dove i coloro che non mettono in pratica la “legge”, ovvero i peccatori, mangiano con quelli che la mettono in pratica?

Il povero La Salle riuscirà mai a venire da abitare a Scampia? Accolto dai Poveri come uno di loro, senza camion che portino ogni bene e sicurezze, con la porta della sua casa aperta a chi viene… riuscirà a mangiare lo stesso pane, a tornare stanco dal supermercato ed essere aiutato da loro?

Potrà pregare sentendo e accogliendo il pianto dei neonati, le urla dei giochi dei bambini, le discussioni delle coppie, le preghiere delle madri?

Quando finalmente camminerà su quelle strade la sera stanco e potrà accettare di visitare come vicino le case dei genitori dei ragazzi che incontra e che amando educa?

Quando la Presenza sarà così ardente da far nascere in lui la condivisione della sua fede con coloro che vivono la benedizione di Gesù: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” (Lc 10,21 – Mt 11,25), così da imparare da coloro che sono i portatori della sapienza divina e che da sempre vivono il mistero trinitario nell’apertura al progetto di Dio?

Quando ancora oggi La Salle potrà scrivere da Scampia “solo i poveri ci vengono a cercare” o “siamo molto poveri”?

Quando tutto questo succederà allora il 24 giugno sarà festa per tutti… festa per me.

La povertà è la forma autenticamente divina in cui si manifesta la verità

(J. Ratzinger 2000)

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