SIMPOSIO INTERNAZIONALE D'ARTE DI SCAMPIA : Presentazione della Mostra

PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA del
SIMPOSIO INTERNAZIONALE D'ARTE DI SCAMPIA

Antonella Prota Giurleo, César Reglero Campos, Giuliana Bellini, Isabel Jover e Monica Mazzoleni, le artiste e l'artista del Simposio, hanno scelto, per parteciparvi, di vivere, di “fare casa” a Scampia e questa scelta ha penetrato inevitabilmente le loro varie produzioni artistiche, il loro creare.
Hanno in realtà fatto una scelta mistico-politica: mistico in quanto hanno voluto toccare ciò che è
“chiuso”, il Mistero insito in ogni persona, Mistero di trascendenza e resilienza, ossia la capacità della persona di affrontare e superare le avversità della vita, Mistero coniugato necessariamente nella ferialità della Vita; politico come azione a favore della gente, partendo da e con essa, per una civiltà e società che abbia il coraggio di unirsi per cambiare la rotta della storia che a volte sembra, qui, inesorabile; così l'Arte può riappropriarsi del compito di risvegliare le coscienze e l'emozioni sopite, i sentimenti e gli affetti come di tessere nuove relazioni con il mondo, le culture e tra le persone. Non solo i nostri ospiti hanno voluto lasciare che fosse Scampia e la sua gente ad ispirarli, ma che la stessa gente, la cui percezione di se stessa è molte volte negativa, divenisse protagonista dell'Arte affinché si potesse recuperare interiormente la gratuità, la necessità e la bellezza del creare che è insita nel cuore delle persone.
I laboratori hanno avuto il pregio di far scoprire le potenzialità che la persona umana conserva e che ha bisogno di trovare qualcuno o qualcuna che indichi e aiuti ad attraversare quelle brecce, fessure e molte volte ferite, che possono diventare spiragli per una nuova identità individuale, ma anche collettiva.
Le mappe e le riprese di MOnica non hanno fatto altro che filmare, fissare quella quotidianità interiore che rimane chiusa e non ha, perché non sa molte volte di avere, possibilità d'espressione e di narrazione.
Le mappe possono aiutarci a ricostruire queste narrazioni della Vita frammentata che spesse volte rispecchia la disurbanizzazione vissuta nel quartiere.
Le riprese sono utili strumenti per vedersi e prendere coscienza della propria identità; il rivedersi, non in un'intervista televisiva ma in un video artistico aiuta a guardarsi ,a confrontarsi con la parte profonda di sé e dona la possibilità di intravedere un altro o altra se stesso, se stessa la cui costruzione non deve essere interrotta perché in realtà non può essere fermata, anche se la vita non offre possibilità di autocoscienza.

Il lavoro di César ha colto i due “piani”di Scampia: la cripticità dell'urbanistica, dei vissuti, dei linguaggi accanto al sogno e alla speranza che alberga in tante persone del quartiere e diviene uno dei possibili scopi dell'Arte.
Sono le parole che rimangono come celate nell'opera pittorica, perché ciò che è nascosto conserva a volte valenze e una forza maggiore rispetto a ciò che è evidente, per certificare che se il degrado, l'illegalità e quindi la camorra, sono ciò che appare nelle strade del quartiere, i vissuti delle persone e la loro interiorità è capace di speranze e di creatività che riescono a librarsi oltre il reale che risulta solo apparente. Il segno grafico per Cèsar, che è anche grafologo, ha una potenza che raccoglie le ispirazioni profonde delle persone.
L'opera collettiva, in cui l'artista ha coinvolto più di trenta persone, testimonia questa trasparenza che la poesia riesce a cogliere e visivamente vuole rappresentare in un percorso corale di Vita in cui il Bello, il Vero e il Giusto, l'Amore hanno non solo il sopravvento, ma la vittoria.

Giuliana ha realizzato “le Onde” la cui datazione le fa come “sgorgare” da Scampia stessa, riprendono il paesaggio più “festivo e vacanziero” per le persone di Scampia: il mare.
Queste onde, di blu intenso, ricordano l'elemento fondamentale della Vita; molti si immergerebbero in un mare così bello la cui immensità è come tangibile nei quadri; allo stesso tempo appare evidente “l'oceano pacifico” che è nascosto sotto le onde, quella tranquillità che non solo appartiene all'artista, ma anche a molte persone di Scampia che, malgrado molto sembri negare la comune umanità, non si arrendono e vivono da dentro la legalità e la giustizia, la solidarietà e la certezza che la Vita è più forte della morte.

Isabel ha con forza scomposto la parola Scampia riprendendo nella sue opere le lettere che la
compongono legando con un filo d'oro sottile le due produzioni. Se da una parte le lettere sembrano come moltiplicarsi e arruffarsi riprendendo l'architettura terrificante del quartiere e facendo scorgere la complessità e la molteplicità di questa periferia, quella ultima “a” sospesa in cielo, più che disegnare la parabola discendente del quartiere è come sollevata in extremis da una brezza leggera che ne impedirà lo schianto e la fine del sogno che tanti e tante coltivano, divenendo simbolo di una nuova “creazione” perché solo la bellezza salverà il mondo.
Riscrivere il nome Scampia su legno raccolto nel quartiere, impreziosendolo con oro, può segnare
l'inizio di una nuova consapevolezza dove la valorizzazione delle marginalità che le persone qui vivono diviene ricchezza non solo per se stesse, ma anche per coloro che vengono da “fuori”; partendo da ciò gli incontri, che si sono susseguiti tutta la settimana del Simposio, hanno aiutato tutti ad ampliare i propri orizzonti vitali facendo sì che la solidarietà di chi sceglie di sostenere e affiancare la lotta per la giustizia e la legalità sia realmente conforto e com-passione per la gente di Scampia e la forza, la fatica, la sofferenza degli abitanti del quartiere divengano “tesoro prezioso” per vivere la Vita e, in questo caso, per creare l'Arte come opera che non può né deve essere irrilevante o avulsa dalla realtà delle persone.

Antonella usa il quadrato, antico simbolo della Madre Terra, per esprimere il parto che lei stessa ha favorito qui a Scampia essendo la promotrice e la direttrice artistica del Simposio e lo arricchisce con lenzuola e pizzi ricevuti dalle donne del quartiere: il suo lavoro allora diventa come collettivo specialmente per quei legami, quei fili che tanto ama e spesso usa nelle sue opere, creati dal mese di gennaio, momento della sua prima visita, con alcune donne di Scampia, legami unici nella complessa relazionalità femminile. I colori terrosi, frutto di pigmenti ecocompatibili, invitano noi abitanti del quartiere e tutti, ad alzare il nostro grido per la salvaguardia della terra e del creato Le sue produzioni riuniscono materiali di varie provenienze per unire tutto ciò che la Vita offre, in un istinto molto femminile che è capace di valorizzare i frammenti di Vita e di Storia senza volerne perdere alcuno perché anche qui le donne, le mamme devono, nella precarietà della vita, conservare e utilizzare ogni cosa.
Le corde che legano e che solcano con i loro nodi le opere, da un lato rafforzano l'idea del “trattenere” contraria al disperdere che a volte è evidente nel quartiere, ma sembrano anche rappresentare i segni, le ferite e cicatrici della Vita che nessuno può mettere da parte e che le donne conservano silenziosamente nei loro cuori.

Il Simposio Internazionale d'Arte di Scampia ha allora una connotazione profetica nel senso etimologico originale di “parlare al posto di...”: Antonella, César, Giuliana, Isabel e MOnica hanno “parlato” al posto delle gente perché hanno voluto ascoltare da dentro, dalle proprie viscere, le storie delle persone, facendole come proprie per poi rinarrarle ognuno a proprio modo.
L'Arte allora può finalmente parlare e far parlare e sopratutto comunicare a tutti, senza barriere, la certezza che un mondo altro è possibile, ma ciò richiede l'impegno, il desiderio e la passione di tutte e tutti nella condivisione dell'etica dei diritti e di quella comune umanità come testimoniano la performance e l'istallazione contro il così detto “pacchetto sicurezza” votato il 2 luglio 2009 dal governo.
Quelle macerie racchiuse in un globo rosso disegnato sulla pietra e i fili colorati della performance
raccolti poi in un grande gomitolo dai bambini, hanno silenziosamente e gioiosamente aiutato tutte e tutti ad allargare sguardi e orizzonti verso il mondo intero a testimoniare l'universalità dell'Arte, degli artisti e di ogni persona umana.

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