Fratel Jacques D'Huiteau, consigliere generale per l'Europa e il Medio Oriente, sull'incontro di Scampia scrive...

Se esiste un quartiere napoletano dove i turisti non mettono piede, questo è Scampia. Situato alla periferia della città, tra due autostrade, invaso da una popolazione povera che si ammucchia in immobili costruiti molto in fretta dopo il terremoto degli anni ’80, controllato dalla Camorra, non desta in verità, nessuna attrattiva.
Qui si realizzò l’incontro dei giovani fratelli (40 anni e meno) della RELEM. All’invito del fratello J. Huiteau, Consigliere generale della RELEM, hanno risposto 32 fratelli. Provenivano dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Polonia, Romania, Slovacchia, Egitto, Libano ed Italia. Furono presenti anche durante tutta la settimana i Fratelli Jesus Miguel Zamora, nuovo Visitatore della ARLEP, e Jean Paul Aleth, Visitatore di Francia. I Fratelli Alvaro, Superiore generale e Donato Petti, Visitatore d’ Italia, ci onorarono della loro presenza.
A Scampia, una comunità di tre fratelli anima un centro scolastico con le diverse attività sociali. Un nostro gruppo ha alloggiato nel centro, gli altri hanno condiviso la vita comunitaria in una torre ed in una casa religiosa, non lontano dal centro. Queste condizioni semplici di vita ma difficili a causa del calore, si sono vissute con molto buon umore grazie alla disponibilità della comunità ed alle mamme del quartiere che si prestarono a rallegrarci con una pasta deliziosa.
Gli obiettivi dell’ incontro si prefiggevano una mutua conoscenza, vivendo di fronte agli elementi essenziali della nostra vocazione, una esperienza condivisa di Dio, la gioia di vivere fra fratelli alla presenza dei più poveri.
L’aspetto che i fratelli di Scampia ci hanno fatto scoprire ed il programma ben preparato da un’ equipe di fratelli giovani hanno consentito di raggiungere tali obiettivi. La programmazione si costruì intorno a queste tre parole: vedere, discernere, realizzare. Ogni giorno una figura delle origini lasalliane ha alimentato la nostra riflessione e ci ha aiutato a rivivere e realizzare l’esperienza degli inizi dell’Istituto: Giovanni Battista de La Salle ( vedere noi stessi ) Adriano Nyel (vedere la realtà che ci circonda ) Nicola Barré (discernere), i primi fratelli ( realizzare ).
La scoperta guidata del quartiere, la animazione con ragazzi del centro. Diretta da una comunità di religiose , la presentazione dei nostri distretti ed i tempi di scambio, di silenzio, di orazione, di distensione, hanno permesso che il gruppo si senta progressivamente una comunità temporaneamente felice, ricca nella sua diversità e capace di vincere gli ostacoli linguistici e culturali. Piantiamo un albero: simbolo del nostro ideale di vivere uniti come fratelli di una stessa generazione nonostante le nostre differenti origini geografiche e culturali.
La stessa idea esprime un partecipante: “ Sono stupìto. Mi sono sentito in comunione con i differenti fratelli, ed abbiamo avuto un’ amicizia stretta e con alcuni in forma speciale. Ciò mi spinge a continuare ad essere un fratello in comunità e ad attuare dei progetti con i fratelli giovani della RELEM.
Dobbiamo ora attendere che maturino i frutti. Questi si verificheranno con nuove occasioni di incontro e di vita comune ; partecipare a progetti sotto l’egida della RELEM, rincontrarci tra due o tre anni, aprirci a quello che fanno alcuni distretti con altri con minori risorse. Il vangelo dell’ultimo giorno era quello della Trasfigurazione. Durante alcuni giorni Scampia è stato il nostro Tabor. Discendiamo al piano della nostra quotidianità con l’entusiasmo e la gioia della nostra vocazione di Fratelli.

Commenti

Post più popolari