p Fabrizio, gesuita, racconta CasArcobaleno

CasArcobaleno è un progetto dei fratelli delle scuole cristiane, iniziato nel 2007, dall’esigenza percepita di realizzare un luogo di accoglienza fondata sulla tenerezza verso se stessi e verso gli altri, al fine di attenuare la troppa violenza che si annida anche inconsciamente nel quartiere.
CasArcobaleno accoglie giovani “dispersi dalla scuola”, e a volte “a causa della scuola”, offrendo loro l’opportunità di potersi riposizionare nella propria vita, di darsi una nuova chance, di scoprire le proprie risorse riuscendo a metterle in gioco. Se l’ottenimento della licenza media è lo stimolo concreto che induce i giovani a rivolgersi a CasArcobaleno, tuttavia la difficoltà maggiore che essi incontrano sta proprio nell’imparare a fissare il bersaglio, ancor più che raggiungerlo, perché la vita pare aver portato via a questi giovani un orizzonte di senso e di realizzazione possibile, quasi che i palazzoni che li circondano taglino la loro visuale, costringendoli a tenere lo sguardo basso su ciò che è presente, malgrado molti di essi abbiano grandi potenzialità.
CasArcobaleno però non è solo un luogo in cui si viene accolti: qui gli ospiti sono invitati a donare, a darsi, costruendo legami d’incontro con volontari, ospiti e tanti artisti che ogni anno partecipano al Simposio d’Arte Contemporanea di Scampia.

Numerose sono le ragazze ospiti di CasArcobaleno, ed è inevitabile perché le donne sono la parte più presente di Scampia, quelle che ci sono sempre, che si prendono cura, con atteggiamento oblativo, della famiglia, del marito, spesso in carcere, dei figli, della casa. Le donne, con i loro sogni giovanili infranti a causa di maternità spesso affrontate in età molto precoce, e di relazioni familiari che a volte divengono prigioni, sepolte in riti casalinghi opprimenti. La valorizzazione delle competenze semplici, ordinarie, diventa perciò a CasArcobaleno uno strumento di riscatto, insieme all’ascolto delle loro problematiche relative all’educazione di figli e nipoti, per aiutarle a comprendere il proprio ruolo educativo e permettendo loro di partecipare ad attività comuni, che si trasformano in concreti strumenti di empowerment femminile”.
F. Valletti, Un gesuita a Scampia, Edizioni Dehoniane Bologna, 2017.


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