la nostra terra sacra


Scampia ti trasmette un senso d’immobilità totale, di stagnazione, di non speranza… sembra che tutto sia lì da sempre… e da sempre sia abbandonato… il verde, i palazzi, la gente, l’immondizia, le rovine… tutto sembra esistere da sempre, avere la stessa età, sembra che non si possa pensare diversamente il paesaggio...


Le famose vele con gli alloggi in alto abbandonati, vuoti, forati, perché all’interno sono state distrutte le scale con la loro interno montagne d'immondizia… come saranno state appena costruite, abitazioni orgogliose disponibili a diventare case per quelle famiglie costrette dalle mille sfortune della vita a “ritirarsi” a Scampia?

L’oasi Buona Pastore, con il murale bello di Gesù, la folla e i bambini, tutto rovinato... perché non immaginarlo nuovo, appena dipinto, con i colori splendenti, senza buchi dovuti all’erosione del muro, con la folla di bambini e genitori contenti, pronti ad inondarlo di gioia e preghiere?

La piazzola verde avrà avuto margherite a rallegrarla o sempre e solo cartacce ed involucri di siringhe abbandonati?

I ragazzi e le ragazze che vanno alla cancellata dei palazzi, confinanti con la scuola materna, lungo quella che mi sembra “l’arteria principale” di Scampia, a vendere/comprare eroina per farsi un buco sotto gli occhi di tutti alla luce del sole, saranno stati bambini chiassosi, avranno giocato, avranno riso come tutti i bimbi del mondo o da sempre sono zombie legati ad una sensazione fugace e mortale?

Questo mondo sembra avere il malefico potere di nutrirsi della capacità di sognare, non solo di coloro che sono costretti a viverci, ma anche di noi avventori occasionali…

Devo ribellarmi a ciò che vedo, devo appigliarmi ad altro che ho vissuto e immaginato, devo radicarmi ad il sogno del La Salle, allearmi alla promessa del Regno vicino e nascosto, piccolo come un granello di senape…

Solo guardando con altri occhi, solo vedendo ciò che è invisibile a questa mia, forse spietata, analisi della realtà posso dire che il Signore mi ha preceduto e mi attende a Scampia.

Eppure tutto e tutti sembrano pervasi da un senso d’attesa, forse magico, forse superstizioso, forse solo perché è nel cuore della persona umana… si attende risposte, risposte concrete ai mille disagi della vita… si attendono gesti dall’alto… si attendono trasformazioni radicali dovute alla bacchetta magica che nessuno ha… si attendono parole nuove, orizzonti sconosciuti, alternative lente, perché le cose belle sono lente, sconvolgimenti dalla forza della goccia d’acqua, mani pronte al lavoro e alla compassione, piedi solerti, non interessati, liberi, scalzi…

Eppure attesa e sogno sono intimamente legati, sono due facce della medesima medaglia, sono compagni di gioco… per loro… per me…

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