Buone Notizie n° 8

Carissime e carissimi,

è bello per noi durante la Quaresima per condividere qualcosa del nostro vivere e dello stupore che essere qui genera nei nostri cuori come del nostro camminare, non da soli, sui passi di Gesù di Nazareth, il Risorto.

Dopo tre mesi che la nostra comunità vive a Scampia, al 10° piano della Torre della Speranza, nome scoperto casualmente, ci sembra importante raccontarvi le nostre giornate che, come le vostre, sono avvolte dalla quotidianità e aperte alla gioia della festa.

“Dio tuo Padre che vede anche ciò che è nascosto…” (Mt 6): per tre volte la Buona Notizia del mercoledì delle ceneri ricorda questa attitudine del nostro Papà dei cieli; la consapevolezza di ciò che è “nascosto” anima i nostri passi nel quartiere famoso per camorristi e spacciatori, illegalità e violenza, immondizia e lavoro nero; Dio vede ciò che nessuno riesce a vedere, Dio conosce ciò che giace “dentro” nei cuori e nelle vite delle nostre sorelle e dei nostri fratelli di Scampia, Dio sa che c’è molto di buono “nascosto”… aver fiducia di Lui è affinare lo sguardo per cogliere, per contemplare e per imparare da ciò che è “nascosto” e che Lui solo vede…

Tutto ciò appare evidente e necessario al mattino quando ci ritroviamo attorno alla Parola; tra i tanti rumori del palazzo e della città, tra le tante parole sprecate ed udite ci è sembrato necessario fermarci nel silenzio per ascoltarLo; abbiamo quindi deciso che la nostra preghiera mattutina facesse eco a questa nostra “sete” come alle indicazioni sapienti dal 44° C. G.

Ci incontriamo gustando all’orizzonte il Vesuvio che si ammanta dei colori dell’alba, ci ricordiamo della Sua Presenza e facciamo memoria dei santi, delle feste e delle comunità che desideriamo affidare al nostro Fratello e Signore Gesù; dopo un breve ritornello di Taizé proclamiamo la Buona Notizia che la Chiesa ci offre giorno per giorno e ci immergiamo nell’orazione, primo e principale degli esercizi giornalieri (cfr. R 69; 73).

Tutto è lasciato al Mistero dell’incontro tra Colui che ci ama ed attende e noi che cerchiamo… ma per vivere come comunità di fratelli desideriamo condividere la nostra esperienza di Dio (R.48) intercalando riflessioni ed invocazioni.

La vita del quartiere entra dolcemente o anche prepotentemente nella nostra preghiera, potremmo dire che la abita: vedere di fronte a noi il lotto T con i suoi innumerevoli abitanti, scorgere le strade e l’immondizia, sentire i rumori dei bambini che si preparano per la scuola ci obbliga a essere uniti nel Signore anche per loro che sono i Suoi prediletti. Ricordare i loro nomi, presentare le confidenze di cui ci hanno fatto dono, “esporre continuamente a Gesù Cristo le necessità dei nostri alunni e le difficoltà che incontriamo.. come semplici strumenti(MTR 196,1) sono i momenti, forse i più veri, del nostro stare alla Sua Presenza consci che “più la storia è povera e semplice, lasciata ai margini, più il Mistero è intenso” (A. Potente op).

Concludiamo con la preghiera del Padre nostro e ci rechiamo a fare eucaristia alla Rettoria S. Maria della Speranza dove incontriamo sr Edorada, i pp. Gesuiti che celebrano e le signore del Lotto P, fedelissime animatrici liturgiche. Ormai abbiamo fatto delle amicizie specialmente con la signora Rom che si preoccupa se non ci vede a Messa ed è orgogliosa di chiamarci “i ragazzi”.

La mattinata prosegue con la colazione e con gli impegni che ci occupano sia individualmente che insieme.

La nostra priorità è animare CasArcobaleno e quindi ci ritroviamo con Ginevra per progettare, valutare e progettare speranza insieme ai ragazzi che ormai sono vita in e per CasArcobaleno.

Pina, l’altro giorno, ci ha detto: “Qui mi piace tutto, qui vengo sempre volentieri e mi arrabbio con mia mamma quando mi costringe a fare dei servizi di pomeriggio. Qui è sempre un’emozione e mi date conforto e consigli”.

Nei prossimi mesi l’attenzione sarà rivolta alla preparazione all’esame di licenza per coloro che non hanno mai terminato il corso secondario di primo grado; con soddisfazione abbiamo stipulato i protocolli d’intesa con le tre scuole a noi limitrofe così da avviare una collaborazione proficua e far tornare i ragazzi/e a fare l’esame dove vissero il fallimento.

Torniamo a casa, come tutti voi, per pranzo: Martin si diletta ai fornelli con una creatività fondendo tradizioni culinarie spagnole ed italiane.

Alle 14,30 siamo nuovamente insieme: noi tre, Ginevra e i 6 giovani del Servizio civile che si dedicano alla pulizie e a riordinare il Centro Educativo; verso le 15 si affacciano i primi ragazzi in modo che alle 15,30 possiamo iniziare la attività.

Tra le novità che stiamo vivendo, vi è il laboratorio teatrale: Laura, una ragazza del servizio civile ci ha fatto conoscere il suo fidanzato, Gabriele, attore professionista scampiese, che con entusiasmo viene una volta a settimana a fare teatro con noi… tutti sono molto eccitati del laboratorio e cosa si svilupperà da questo momento creativo non lo sappiamo ancora, ma i primi risultati sono assai incoraggianti.

Gli altri laboratori manuali e creativi continuano: cucinare la merenda quotidiana, fare maschere di cartapesta, colorare il riso per decorare la nostra croce di Pasqua o il sale per abbellire le bottiglie con delicate disegni, decorare con il découpage scatole e lo specchio delle ragazze. Continuano inoltre le gite per Napoli e l’attività sportiva.

Un altro momento forte per tutti noi è stato vivere il giorno della memoria: ci siamo fatti aiutare dal bel film “Jona che visse nella balena” di Roberto Faenza; dobbiamo dire che il coinvolgimento e l’attenzione sono stati intensi; anche i piccoli gruppi di riflessione sono riusciti a far partecipare quasi tutti i ragazzi/e e ad offrire riflessioni e preghiere, ma hanno anche fatto emergere domande esistenziali e profonde; siamo però stati colpiti dall’ignoranza quasi completa rispetto alla shoà di allora come di quelle più recenti od odierne.

Ormai il momento del cerchio come modalità di condivisione e verifica è diventata una sana consuetudine, anche se molti, specialmente le ragazze, hanno ancora difficoltà a parlare in pubblico.

Una delle presenza più ricche e che non sappiamo dove la loro amicizia ci porterà, è quello con la comunità Rom: ormai siamo un luogo di passaggio, di sosta per i più grandi tra di loro che vengono per stare con noi; siamo anche un luogo desiderato dai più piccoli che si affollano attorno alla macchina chiedendoci di portarli con noi per il pomeriggio.

Alle 20,00 dopo un momento di verifica i ragazzi tornano a casa e ci fermiamo ancora un po’ con i giovani del servizio civile per verificare la giornata e dare gli ultimi ritocchi a quella successiva.

Finalmente verso le 21 possiamo tornare a casa, su al 10°, e raccoglierci nuovamente come comunità “di testimoni e profeti oranti” (fr. Alvaro, L.P. 2007) per ringraziare, chiedere perdono, affidare, offrire… i salmi dei vespri, un brano biblico o un testo lasalliano, la semplice condivisione… il ringraziamento per un ragazzo che è venuto e ha partecipato con interesse, il ricordo di colei che sta poco bene, i problemi incontrati… tutto messo nuovamente ai piedi del Signore.

La cena è preparata insieme come il riordino della casa: pulire, lavare, stirare, fare la spesa… gesti che desiderano esprimere una nuova relazione con la vita e con le persone; le signore di Scampia non possono ancora capacitarsi che siamo indipendenti nella gestione della casa e l’incontrarsi tra la panetteria e la pescheria o nella fila alla Posta sono momenti preziosi e sapienti per rivelare il “volto umano di Dio” che ha tempo e attenzione per le loro faccende quotidiane, per il loro incedere sotto il peso delle borse della spesa, per i problemi dei loro piccoli come dei più grandi… e Dio desidera incontrarle, come fece con la samaritana “Gesù era stanco, si fermò seduto sul pozzo. Era circa mezzogiorno… una donna della Samaria viene al pozzo…” (Gv,4) nel mezzo della loro ferialità.

Non possiamo dimenticare però che il Sistema Camorra è sempre presente: l’altro giorno andando a trovare Tiziana, siamo stati fermati da uno dei “portieri” che ha voluto verificare chi fossimo oppure la sera dell’incontro con i giovani del servizio civile “un falco” sulla moto è venuto a verificare chi facesse le foto con il flash, vedendo che la macchina fotografica era in nostro possesso non ha minacciato nessuno.

Continuiamo gli incontri con le altre comunità religiose di periferia che sono sempre momenti rigeneratori e essenziali per non chiuderci nel particolare, per tessere legami, per scorgere i semi di speranza rappresentati sempre dalla persone semplici che ci circondano: gli immigrati che sorridenti aspettano ogni mattina sulle rotonde il caporale che dia loro lavoro, le persone che si riconciliano dopo anni di lotta, le donne che si sacrificano per la famiglia…

La nostra presenza sul territorio acquista il sapore del lievito con le attività che promuoviamo tramite Arrevutammoce, l’Associazione Lasalliana di volontariato, in collaborazione con le Ass. C.E.Lu.S. e AaQuaS: nei mesi di gennaio e febbraio due progetti, sponsorizzati dal C.S.V di Napoli, hanno cercato di fecondare le presenze educative e di solidarietà nel nostro quartiere:

+ “Le Buone Pratiche: interventi efficaci in percorsi educativi”: tre pomeriggi di condivisione per le persone impegnate in attività educative aiutati da esperti (il dott. Stefano Costa neuropsichiatria di Bologna), ma anche animati dal desiderio di leggere le nostre esperienze per trarne quelle “buone pratiche educative” condivisibili di cui abbiamo bisogno.

+ “Organizzare la solidarietà nelle periferie: Giovani, Anziani e Donne”: tre incontri tematici durante i quali venivano condivise esperienze e riflessioni sul volontariato a partire dai tre peculiari punti di vista scelti. Nell’ultimo di questi incontri abbiamo avuto tra di noi Giuliana Martirani che ci ha attivato per un progetto sulla non violenza come scoperta e narrazione per far risaltare il “bello , buono e vero” che giace tra di noi.

CasArcobaleno è anche il luogo dove i ragazzi/e dal servizio civile vivono la propria formazione; per due sabati al mese 36 giovani attivi non solo a Scampia si ritrovano con noi per incontrarsi, riflettere, ascoltare, comprendere, riflettere sulla propria esperienza formarsi ai valori della solidarietà, cittadinanza, non violenza, lavorare per progetti e nel campo educativo.

Come potete leggere, niente di eccezionale, tutto molto naturale, ma è questa ordinarietà che è per noi cammino per “la nostra conversione ai poveri” (44° C.G.) e ne siamo grati.

Dal mese da gennaio la Provincia ha versato alla cooperativa “Occhi Aperti” i fondi raccolti dalla Lotteria dell’anno scorso e altre offerte pervenute o fatte dalla Provincia stessa; è stato deciso che la comunità debba farsi pagare da questo fondo della cooperativa lasalliana per il lavoro svolto e sostenersi con esso. Grazie quindi a tutti coloro che hanno comprato dei biglietti!!!

Siamo quindi anche noi dipendenti, ma sicuramente molto più fortunati della maggior parte dei nostri vicini e perciò desideriamo discernere come dobbiamo vivere il nostro guadagnare il pane quotidiano per essere simili ai nostri fratelli e sorelle di Scampia.

E’ bello per noi anche ringraziare pubblicamente coloro che inaspettatamente, in forma personale o comunitaria, ci hanno aiutato in questi mesi: la comunità educativa di Benicarlò (da dove viene Martin), sr Edoarda e l’Ass. C.E.Lu.S., le Suore del Sacro Cuore di Miano, fr. Flavio Pajer, l’Associazione Comunità Caritativa Lasalliana San Vincenzo de Paoli, l’Associazione Amici di Villa Flaminia, la Comunità dei Fratelli del Gonzaga, fr. Tommaso Paoloni, fr. Arcangelo Mantia e l’Anpil, la sig.ra Luciana Carlesso, la sig.ra Ida Baricada e famiglia, gli ex allievi dell’Istituto La Salle di Torino… altri ci hanno chiesto come aiutarci e stiamo pensando a “micro-progetti” in modo che possiamo far circolare solidarietà ed utopia.

Ci avviciniamo verso la Pasqua…. buon cammino e che sia “un processo irreversibile di conversione che ci aiuti a rispondere a quello che Dio chiede” (44° C.G.) ad ognuna ed ognuno di tutti noi come singoli/e e come comunità!


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