cesare


Cesare è un uomo grande con la barba.

Cesare porta i sandali senza calze anche in inverno.

Cesare ti guarda dritto negli occhi quando si parla.

Cesare ti abbraccia forte.

Cesare ti accoglie in qualsiasi momento.

L’ufficio di Cesare è dentro una scuola materna.

L’ufficio di Cesare è piccolo, ma ci si sta dentro tutti.

Cesare…

ho voluto iniziare con pensierini da bimbo, per presentarvi Cesare Moreno, uno dei fondatori dei Maestri di Strada… a Cesare va a pennello la frase: “è faticoso stare a contatto con i ragazzi perché si è obbligati ad elevarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Di stendersi, d’allungarsi, di issarsi sulla punta dei piedi… per non ferirli…”.

Ascoltare Cesare è percepire la vita come spazio ancestrale dell’educazione; si è obbligati ad avere il coraggio di mettere da parte tutti gli schemi mentali e le arzigogolate teorie per porre all’aperto, davanti ai propri occhi, e al cuore, la relazione come germoglio vitale… non ricordo che diceva che la grandezza della persona umana si vede non dalle grandi idee, ma dalla capacità di entrare in relazione con gli altri… ascoltarlo è affascinante, teorie educative e prassi consolidata spuntano colorate mentre ti parla… è un pozzo di idee e di prospettive… ma anche un’eco, un riflesso arcobaleno di storie di scugnizzi e ragazzine, che stavano nei vicoli stretti di questa città… è uno spazio aperto sulla strada… o meglio un abbraccio che non molla, che è fedele e che non vuole demordere… è capace di scorgere il germoglio che non si vede… e a quella visione, a quel sogno si attacca e… lo fa fiorire… Cesare ascolta, vede, osserva i ragazzi… e poi riflette… coglie i dettagli e risponde con altri… “Perché i ragazzi arrivano alla nostra scuola della seconda opportunità e appena giunti, vogliono subito uscirne con un amico/a appena incontrato dentro la nostra scuola?”. “I ragazzi non facevano colazione prima di venire a scuola perché in casa erano i soli ad alzarsi o nessuno gliela preparava, o l’avrebbero fatta da soli… allora prendiamo un’aula e la trasformiamo in un luogo dove i ragazzi possono venire a fare colazione insieme, con una “mamma sociale” che li accoglie con affetto e cura”… con Cesare i discorsi sono ampi… e sono colmi di vita… anche i sogni prendono colore… colori differenti, nuovi ed insieme antichi… ha chiesto di avere la “Condite”… le mani, gli occhi e i cuori troveranno nuovi spazi per incontrarci, progettare insieme e fare qualcosa di bello per gli “scugnizzi” e per Dio…

Commenti

Cesare Moreno ha detto…
Caro Enrico,
leggo ora per caso la mia presentazione. Ti ringrazio di cuore per le tue buone parole. Come forse abbiamo avut occasione di dire, c'è in giro molta carenza di buone parole. Ne hano bisogno i nostri ragazzi, ma spesso ne abbiamo bisogno anche noi che di mestiere cerchiamo di dare buone parole agli altri.
Ciao
Cesare

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