un incontro

“Questa generazione non avrà altro segno che il segno di Giona”

il vangelo di oggi, 1° mercoledì di quaresima..

Ieri abbiamo avuto un incontro che non so definire da tempo, nella zona di spaccio vicino a noi, ci sono state retate e il passaggio di macchine dei carabinieri è evidente, quindi gli affari vanno meno bene del solito.. anche se per me c’è sempre un mucchio di gente che viene a comprare droga al capopiazza è venuto il sospetto che fossimo noi una causa di tutto ciò il signore, allora, si è informato presso il nostro “angelo custode”, Ciro il diacono della parrocchia che ha assolutamente escluso un nostro coinvolgimento a proposito ieri pomeriggio, fra un turno di doposcuola e l’altro, questo signore che non avrà più di 30/35 anni, vive fuori e dentro dal carcere e ha due mogli con relativi figli/e in due zone differenti di Napoli; è venuto per incontrarci per conoscerci ci ha detto che non sono per nulla ostili a noi se no l’avrebbero già manifestato violentemente noi, da parte nostra, abbiamo spiegato quale fosse il nostro intento e la nostra missione a Scampia Raffaele, concludendo il “dialogo” in realtà parlavamo due lingue differenti e Ciro come interprete era necessario gli ha detto che pregheremo per lui e per gli altri questo signore ha avuto, secondo quanto ci ha riferito Ciro, “più per il cuore con cui le abbiamo dette che per le parole” anche perché parla e capisce solo napoletano, a volte incomprensibile per noi la certezza della nostra buona fede e del nostro volersi impegnare per i loro figli, quindi non avremo problemi più tardi il signore ha mandato una delle sue figlie di Scampia, una dolcissima bambina, al doposcuola una bambina che vive a tratti l’affetto del papà perché non solo si divide tra due famiglie, ma ha anche i suoi periodi passati in carcere ha anche ucciso ci hanno detto è vero, come ci diceva Maria, l’assessore all’educazione, che queste persone per un guadagno facile, per una manciata di potere, minano ogni possibile rapporto affettivo e profondo, si negano, alla radice, la possibilità di una vita amante, umana, dignitosa
Scusami ho cercato di essere freddo nella descrizione, senza mettere il giudizio in tutto ciò

E’ la prima volta, forse ormai non l’ultima, che incontro un signore che è un piccolo pezzo della camorra e lo incontro nel pieno delle sue funzioni e del suo ruolo è vero non si può evitare vivendo con loro ma mi chiedo cosa sia giusto agli occhi di Dio certo amarlo con amore incondizionato come tenerissimo membro del corpo di Cristo, come uno dei feriti credo che la nostra vita di Lasalliani/e sia “una vita di comunione con i crocifissi, per tirarli giù dalla croce, vivendo già da resuscitati, e camminando – con umiltà di fronte allo scandalo della storia – con il Dio dei poveri ed elle vittime (Jon Sobrino, sj), ma questo signore è anche carnefice e strumento, usato e spremuto, perché la camorra sia “’o sistema” qui a Scampia e non solo

Come rimanere accanto ai lupi? Credo che sappiano il nostro completo dissenso ai loro traffici, al loro “mestiere” che ogni tanto tendono a giustificare con il fatto che non ci sia lavoro, ma come essere presenza educativa, scusate la parola, redentrice tra di loro? Denunciarli è la giusta risposta? Oggettivamente denunciare il signore in questione sarebbe come cercare di aprire un portone già spalancato perché tutti sanno che lui è quello che è, sia nel quartiere che alla polizia ti chiedo di pregare anche per questo signore, oltre che per noi perché possiamo essere segno esplicito e semplice, evangelico, ovvero profetico con la nostra presenza lieta, disponibile, libera, responsabile e amante

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