vittima

“Gesù finì la sua vita come vittima e la resurrezione non è consistita nel riportare in vita un cadavere, ma nel rendere giustizia ad una vittima” (Jon Sobrino sj)

Oggi ho avuto davanti a me un vittima: un ragazzino di 13 anni con il volto imbronciato… un ragazzino dai tratti somatici decisi, dal labbro superiore macchiato blu inchiostro, dalla parlata napoletana stretta, dallo sguardo duro e diretto… un bambino che in estate ha visto ammazzare davanti ai propri occhi suo papà… chi più di lui è vittima?
Non solo gli l’hanno ammazzato, ma lui è stato testimone oculare di ciò… nessuno ha potuto raccontargli che il papà era andato lontano e con il tempo fargli sapere la verità… non hanno potuto privarlo di vedere il sangue sparso… i rumori, gli spari, le urla, l’angoscia… qualche secondo interminabile per distruggere vite… di morti e di vivi…
Gli hanno trucidato il padre, l’affetto, la presenza, la certezza davanti agli occhi… e gli hanno anche strappato il sogno, l’infanzia, il sonno forse, la pace… e credo la fiducia, la speranza… non ho avuto modo d’interloquire con lui… sono stato muto testimone di una ramanzina della sua preside per la probabile ennesima impresa da lui compiuta: aprire la porta antipanico della scuola ed introdurre due estranei nell’edificio scolastico… deve andare dal giudice dei minori prossimamente, non so per quale motivo… ma lui ha detto che scappa, non si fa prendere, devono rincorrerlo… forse in realtà lui vorrebbe solo scappare… me lo immagino correre nei suoi sogni, correre via dalla scena dell’assassinio di suo papà, poco prima che accada… correre via dal Scampia, dalla scuola, da tutto, da tutti, dalla realtà, dal mondo.. correre via…
Non riesco ad entrare in ciò che il suo piccolo cuore può vivere… mi chiedo se avrà pianto, se piange la notte nel suo letto in silenzio, se la gramigna della vendetta si sta prendendo possesso di lui, se pensa alla vendetta o sogna la fuga… forse vorrebbe solo un interminabile e avvolgente abbraccio, una calda presenza pronta a incassare i suoi cazzotti, le sue urla, i suoi gemiti, la sue lacrime…
Chi è più vittima di questo piccolo uomo? Chi ha una ferita più profonda della sua? Per chi è venuto Gesù se non per rendere giustizia a questa vittima? E come posso io, noi? Come proteggere la sua vita dal diventare una vita persa, rubata… trucidata… come rendere giustizia a Dio, il nostro Dio che non è neutrale, ma è un Dio di parte, dei poveri, degli oppressi?
Mi sento impotente, incapace… che serve la mia preghiera… cosa e come fare qualcosa per lui…
Me lo porto dentro… ma per quanto? Quando Lo dimenticherò preso da altro… non da Altri che sarebbe almeno motivato, ma da altro? Come lo metterò in grado di restituirmi la Vita stando con lui? Come lo metterò al centro del mio essere figlio di Dio e del mio essere chiamato ad essere uno strumento dell’Amore di Dio e del mio essere associato con altri per il Regno?
Questo piccolo ragazzo mio fondatore, maestro e giudice… e mio Dio, crocifisso a 12 anni dalla morte del suo papà… e che attende la resurrezione, ovvero che sia resa giustizia da Dio e da noi al suo essere vittima… inspiegabilmente… per la salvezza del mondo… anche la mia.


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