la circolarità del discepolato

Domenica ci siamo incontrati tra alcune comunità che vivono l’inserimento nel quartieri periferici; è stato un incontro in famiglia, in un certo senso, un incontro tra sorelle e fratelli, tra discepole e discepoli che cercano - qualcuno di loro certamente lo vede già - il volto del Signore, dell’Invisibile, dell’Eterno… partendo dal basso, credendo che extra Pauperes, nulla salus… che dai poveri si vede meglio la realtà e si comprende meglio la rivelazione di Dio come dice Jon Sobrino. Abbiamo pregato, abbiamo pranzato, abbiamo condiviso… è stato bello rendersi conto di quanta sintonia, al di là dei carismi, delle storie di congregazione e personali, delle iniziative ci fosse una reale comunione profonda… è stato intenso ascoltare il narrare delle nostre ferite personali e di comunità, l’intensità della ferialità, anche ripetitiva e scarna, che permette di vivere in pienezza la forza a la gioia della festività; la profondità, la semplicità, la necessità delle relazioni non marcate dall’efficientismo e dall’attivismo, non dal do ut des, ma dall’essere accanto, dalla condivisione, dall’ascolto… le persone che ho rincontrato sono tutte persone dedite all’ascolto degli altri e dell’Altro… eravamo una piccola porzione di Chiesa, minima, insignificante agli occhi dei più… senza forza… questa fragilità è ciò che più mi ha colpito... fragilità condivisa senza timore… fragilità che si presentano a mani vuote come coloro che hanno dato tutto, senza contare, senza accumulare, senza chiedere… mani che non vogliono, né possono, presentare il conto di ciò che hanno seminato… fragilità che sboccia in gratuità… l’idea è di incontrarsi ogni messe e mezzo/due per condividere il cammino, per pensare quale itinerario di formazione desideriamo… sentirsi un po’ estranei al cammino che i religiosi e le religiose che vivono in situazioni più ordinarie e dentro grandi strutture è un'altra caratteristiche che ci accomunava… forse perché l’aderenza alla Vita data dal nostro stare con coloro che sono “fuori”, o “in basso”, anche come spazio fisico, richiede non solo nuove categorie di riflessione, insoliti punti d’osservazione, inedite riflessioni che non sembrano conciliarsi con quell’ordinario che sa più di ripetizione che di novità, che sembra voler più conservare che creare… so che in questo periodo di lontananza, anche se girano mail e telefonate tra di noi, ci ricordiamo, nelle piccole cappelle nascoste negli appartamenti dentro palazzi e palazzine popolari… nessuno immaginerebbe al Sua Presenza, e tanti credo neppure lo sappiano o se lo possano immaginare, ma Lui c’è, presenza d’Amore, molto Amore per tutti, forse di più per quelli che neppure sanno che ci sia.. che non lo cercano e si abbruttiscono in tutto ciò che è illegale... Lui c’è… e noi con Lui.

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