una lettera da Ginevra: una voce speciale da Scampia

Ciao Enrico,

ho letto con molta attenzione e interesse la riflessione tua e quella di Fabrizio Valletti relativa al vivere a Scampia o per essere più precisi relativa al vivere accanto al “o sistema”…..ti sembrerà strano ma non mi sono mai data il tempo di riflettere su questo o forse non ho mai voluto farlo perché è qualcosa che mi fa troppa rabbia e mi fa sentire piccola, inutile, incapace per non dire addirittura sconfitta da una realtà molto più grande di me e delle mie possibilità….

Nella tua lettera ti chiedi come restare accanto ai lupi, come condividere con loro spazi, momenti,respiri e forse una risposta in fondo te la dai quando dici che bisogna amarli perché “tenerissimi membri del corpo di Cristo”…io non ci riuscirò mai.

Io sono nata a Savona ma a tre anni mi sono trasferita a Napoli e da 22 anni abito qui a Scampia….. ho frequentato qui le scuole elementari e medie, qui ho conosciuto i miei migliori amici, qui ho passato l’adolescenza, qui ho scelto di lavorare……questa è casa mia.

Da qui, da questa posizione privilegiata per me la camorra ha un sapore diverso, forse meno forte, meno evidente ma più invadente e soffocante…. La camorra per me non è solo armi, giro di droga, lotta di potere, morti ammazzati davanti la ludoteca, scissionisti, Di lauro, insulti alla polizia o elicotteri che ti svegliano dal sonno per quanto volano bassi….per me la camorra è un modo di pensare, di vivere e di essere….è qualcosa che leggi nello sguardo dei ragazzini che ti tagliano la strada con i loro motorini, che senti nelle parole di chi pretende di avere ragione alzando la voce…. Per me la camorra è l’arroganza di chi offende la dignità della persona che onestamente vive e con sacrificio crede e rimane fedele ai valori civili che sono alla base di ogni relazione umana….ti sembreranno parole vuote, una serie di proclami, di “anatemi”,di frasi fatte…ti assicuro però che per me queste parole hanno un contenuto forte e vivo…per me queste parole raccontano di parenti ed amici, tutti o quasi, che sono dovuti andare via per lavorare perché qui non si investe per non pagare il pizzo; di bambini che vengono in ludoteca e mi raccontano dei loro parenti “chiusi nelle celle scure”, che sono in isolamento perché affiliati ai clan; di altri che invece mi mimano perfettamente la procedura di come il proprio zio è stato ammazzato da due sopra una moto;queste parole mi raccontano della sporcizia e dell’abbandono in cui versa non solo il mio quartiere ma tutta la mia città…. ma soprattutto queste parole mi rievocano persone che hanno il potere e il dovere di contrastare questo sistema e che invece lo nutrono e lo usano come deterrente per non fare e non agire…..per me la camorra è tutto questo e tanto altro ancora ed è per questo che non riesco a tollerare la presenza di chi delinque apertamente e nel farlo trova ogni sorta di giustificazione.

Sono d’accordo però con Fabrizio quando dice che bisogna guardare negli occhi chi delinque per scoprirne la fragilità e forse il desiderio di pace, ma ancora di più vorrei essere parte della “realizzazione di spazi di pensiero, di riflessioni, occasioni per rientrare in se stessi confrontandosi con il vero, il bello, il giusto, il buono non in astratto, ma nella ricerca, appassionata e desiderosa di altre persone, di uomini e donne non perfetti, ma umani”.

Ah dimenticavo! grazie per avermi dato la possibilità di riflettere e di fare un po’ di ordine a casa mia.

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