A SCUOLA DAI ROM 4
il sogno di Sara,
la profezia di Marta e la nostra trasformazione.
Sono stati Battista e Martino, i primi
due bambini rom a darmi una mano a spazzare una parte dello spiazzo cementato
che si trova di fronte al loro campo pieno di vetri e di piccola immondizia; ci
sembrava ideale per far colorare i bambini, farli distendere, giocarci.
Lo spiazzo era già stato spazzato da
noi due settimane fa proprio per donare ai bambini un luogo un po' più pulito e
sicuro dove stare.
Enzo, un giovane papà si poi unito a noi
nella pulizia.
Finiti i bans, i bambini e qualche
neonato accompagnato dalla mamma o dal papà hanno invaso festosamente la spazio
cementato e hanno cominciato, come facciamo con loro da giorni, a disegnare o
giocare con i gessi... animali, case, ma anche tante parole, perché la
richiesta di scrivere il proprio nome o qualche piccola e semplice frase... la
più gettonata è comunque "Ti amo"... è sempre più forte. Appaiono così nomi e
parole seguite con solerzia precisione e impegno dalla propria parola gemella
scritta da uno dei nostri piccoli amici; è l'esercizio e il divertimento più
gettonato... sapienza dei piccoli e degli umili.
E' stato bello osservare che ogni
spazio ripulito veniva subito abitato da qualche bambino che portava il suo
gessetto colorato e cominciava a colorare il grigio cemento.
Sara, una diligentissima bambina di
8/9 anni mi si avvicina e mi chiede perché continui a pulire solo questa parte
della gettata di cemento e non pulisca vicino agli alberi dove c'è
oggettivamente più ombra; non sembra per nulla convinta dalla mia spiegazione e
mi chiede di spazzare anche quella parte da lei suggeritami. Le chiedo che
vorrebbe fare se quello spazio fosse pulito e lei, sorridendo impacciata e
timida, mi confida che le piacerebbe portare in quell'angolo ripulito due sedie
e un tavolo e aggiunge "per sedersi insieme".
Spinto dal desiderio sognante di Sara,
mentre il campo è in allegro fermento per la presenza danzante, giocante e
pitturante dei volontari, mi metto a spazzare sotto gli alberi.
Qualcuno tra i genitori che sempre
osservano attentamente la nostra presenza, mi chiede che senso abbia quello che
sto facendo e mi invitano a lasciare stare.
Rispondo che sto semplicemente facendo
qualcosa affinché il loro piccoli abbiano uno spazio pulito, perché era un loro
diritto.
Enzo, il papà che già prima mi avevo
dato una grande mano nel ripulire l'altro spazio, non si perde d'animo e si
unisce alla mia azione ecologica... spostiamo insieme un grande materasso di
gomma piuma... io riprendo la scopa e vengo letteralmente circondato da
scriccioli di 4-5-6 anni che vogliono aiutarmi; nego loro la scopa e gli chiedo
di raccogliere tutti i pezzi dei frigoriferi rotti e smembrati gettati in
quell'area e anche sotto gli alberi.
La gioia dei bambini è proporzionale
al loro impegno: sorridenti trascinano, spingono, tirano anche in due i pezzi
più pesanti, sempre richiamando la mia attenzione; i bambini e le bambine si
moltiplicano e tanti sono impegnati a raccogliere l'imbottitura, ingombrante ma
leggera, dei frigoriferi.
A quel punto un giovane papà mi si
avvicina e mi dice che ora tocca a lui scopare un po' e mi chiede la scopa;
gliela lascio a vado con i piccoli a raccogliere gli oggetti ingombranti,
lodando il loro impegno e incitandoli... è stato facilissimo... a fare di più.
Non so in quale momento preciso sia
avvenuto il miracolo, ma so di essermi girato e aver visto due donne con in
mano la scopa che si erano unite a noi, un signore aveva portato badile e
carriola per raccogliere e spostare i rifiuti accumulati, un altro con una
mazzetta piegava gli spuntoni di ferro che da sempre danno fastidio e facevano
inciampare i bambini.
Ero sbalordito e felice... sempre più
gente si è unita, anche a spostare piccole cose.
Il giovane papà che mi aveva chiesto
la scopa mi dice che non se la sentivano di pulire in mezzo a quest'inferno
dove vivono; gli confido che ciò non bisogna farlo per noi, ma per gli altri e
che tutto ciò funzione se è fatto insieme, in cooperazione.
Mi ascolta sorride, annuisce e
continua a spazzare.
C'è un entusiasmo generale, la gioia danza
tangibile nell'aria, sembra che qualcosa di nuovo stia succedendo, nuovi
sorrisi s'elevano la cielo, forse preghiera di lode... un'anziana signora rom,
vestita di tutto punto secondo le loro tradizioni, mi dice di guardare come è
bello che tutto sia pulito.
Simone non smette di farmi d'assistente
con il suo sorriso senza incisivi superiori... ogni tanto batte un cinque con
me... è felice e tenace.
Sono molto felice; mi sembrava di
realizzare bene la mia vocazione di fratello e dell'inserzione... ascoltare, cogliere
e cercar di realizzare i sogni dei piccoli, dare l'esempio, indicare una
possibile strada, coinvolgere, farsi da parte e dare agli altri il ruolo di
protagonisti.
Lo spiazzo ha un nuovo aspetto, un
nuovo colore e un nuovo gusto per tutti.
Rimane dell'acqua stagnante con molti
grossi rifiuti; Nuria mi assicura che lo puliranno loro, in modo tale che tutto
sia bello; il 2 agosto è una loro festa.
IL sogno deve attuarsi in una comunità
e con la comunità... oggi è Santa Marta.. colei che "si agitava per molte
cose"; senza nulla togliere alla preziosità di chi contempla, oggi essere
d'esempio nel fare è necessario: «l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i
maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» (Evangelii Nuntiandi n 41); la profezia di Marta è
importante quanto quella di Maria, perché fa e invita a fare, fa perché altri
godano, perché anche altri possano far festa; fare non da soli, ma insieme,
fare spazio agli altri, riflettere su ciò che si fa, sognare insieme e poi
fare!
Necessario è stato raccogliere
il sogno di Sara: che bello essere i raccoglitori dei sogni dei piccoli e delle
piccole... sogni raccolti nell'ascolto, come nell'intuizione donata dallo
Spirito, sogni grandi e irrealizzabili come piccoli che necessitano solo il
nostro "Sì!"; tutti i sogni sono importanti e preziosi e non sono da
trascurare... raccoglitori e attuatori di sogni... un ascolto e un impegno che
ti trasforma... "quotidianamente l'Istituto dei Fratelli è trasformato dai giovani che consentono ai Fratelli di
accompagnarli come “fratelli maggiori" (circ 461 5.16)...
grazie Sara che trasformi anche me!
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