teatro, passeggiate, cacce fotografiche e premio Nobel

È stata una settimana di scuola vivace e inattesa...
E' stata una settimana intensa...
Shakespeare ci ha invitati martedì a conoscerlo con la sua eterna tragedia dell'amore: "Giulietta e Romeo da una buona idea di W. Shakesperare" è stata una rappresentazione napoletana, calata nei quartieri con Capuleti e Montecchi trasformati in due famiglie di Camorra... e i "mostri" si sono lasciati abbastanza avvincere da questa narra-azione declamata in napoletano... il teatro, esperienza nuova, se si escludono le recite scolastiche specialmente della primaria di cui erano stati attori, per tutti; purtroppo l'Auditorium municipale non offre l'idea dell'architettura teatrale, né del pathos che contraddistingue la casa di Melpomene... ma ci sono stati, chi più avvinto... Antonio, soprannominato Antoine per il suo estro artistico, richiamava i ragazzi di una scuola secondaria di 1° grado perché chiacchieravano durante la rappresentazione... qualcun altro si è lasciato invece coinvolgere da locali vicende amorose volendo organizzare una nuova love-story o tragedia tra una ragazza di CasArcobaleno e un ragazzo dell'ITIS, insomma rendere il testo vivo e vivace, ma non ha avuto successo né come "sensale" né come sceneggiatore... non si è vista la famosa scena del balcone, che poi abbiamo recuperato con il film "Romeo + Juliet" di Baz Luhrmann con L. Di Caprio e C. Danes, che riscuote sempre grande successo da noi... e il miracolo più grande è l'apprezzamento che il testo di Shakesperare recitato in una ambientazione moderna e cosmopolita che tutti, le ragazze in prima fila, ma anche i ragazzi, esprimono... alcune frasi finiranno sui profili di facebook... ben venga!
passeggiate... per il quartiere e al Bosco di Capodimonte... Capodimonte è una meta abbordabile vista la vicinanza, e gioiosa per la rigogliosità del parco; è sempre proficuo uscire e stare rilassati con loro, anche se non è mancato un momento di tensione... e in quelle occasioni volano parole e mani. Abbiamo favorito la conoscenza formando delle coppie che, grazie a un questionario, a modalità di doppia intervista, ha favorito la conoscenza... un pezzo di storia personale, dei sogni condivisi... è il secondo anno che proviamo questa esperienza e questa modalità che sembra funzionare... ogni tanto tentiamo con coppie un po' forzate per connettere chi sembra non volersi incontrare o conoscere... la natura aiuta, la bellezza e il sole coinvolgono... nei forziamo un po', per ora con piccoli successi... c'è anche chi desidera avvicinarci per condividere alcune proprie problematiche più personali e profonde: ricerca di confidenza sicura? Necessità di "poggiare" fardelli troppo pesanti?... non c'è risposta.. dobbiamo esserci... Signore donaci orecchi ed occhi e cuori pronti ad accogliere e conservare, cuori che si sdegnano e non si rassegnano... occhi che guardano e vedono, oltre la realtà, capaci a guardare dentro... profondamente... donaci orecchi attenti e sensibili al sussurrato, al non detto, ai gemiti gridati dagli sguardi, alle parole che sorgono silenziose dal cuore...
La fotografia li appassiona sempre: la novità di una materia così nuova e che offre grandi possibilità, l'uso di un'attrezzatura specifica, elettronica, ma delicata, la bravura di Fabio... qualcuno ha occhio... inquadra, vede linee, colori, luci e ombre... coglie l'attimo speciale per cui l'immagine possa aver vita oltre... del momento inatteso che esprime profondità, bellezza... e un oceano o un'esplosione d'emozioni...
Farsi fotografare per qualcuno è difficile, non solo perché desiderano apparire "splendidi" in ogni scatto, ma anche perché non a volte non sono a proprio agio con se stesa/o e lasciarsi catturare da un compagno e poi essere "fissato" è troppo disturbante.
Hanno camminato nel quartiere... qualcuno ha superato i limiti, ma altri, la maggioranza, ha colto la novità... hanno tentato di guardare gli altri e il mondo, fin troppo conosciuto, tramite l'obiettivo, che può trasfigurare tutto, anche ciascuno di loro.
Si sono fotografati, c'è chi era particolarmente soddisfatto del proprio lavoro e raccontava la bellezza delle foto scattate... è un inizio di passione, un entusiasmo fugace, ma ciò gli ha permesso di esserci e starci.
Non potevamo non raccontar loro di Malala Yousaf, premio Nobel per la Pace 2014: "Avevamo sete di conoscenza perché il nostro futuro era lì, in classe. Ci sedevamo e studiavamo e imparavamo insieme... Ma quando il mondo è cambiato, anche le mie priorità sono cambiate. Avevo due opzioni. Stare zitta e aspettare di venire uccisa. O parlare e venire uccisa. Ho deciso di parlare... La mia grande speranza è che questa sia l’ultima volta che dobbiamo combattere per l’istruzione dei bambini. Chiediamo a tutti di unirsi e sostenerci nella nostra battaglia, per poter risolvere questa situazione una volta per tutte. Come ho detto, abbiamo già fatto molti passi nella giusta direzione. Ora è il momento di fare un balzo in avanti.

Cari fratelli e sorelle, il cosiddetto mondo degli adulti può anche capire queste obiezioni, noi bambini no. Perché nazioni che chiamiamo grandi sono così potenti nel provocare guerre, ma troppo deboli per la pace? Perché è così facile darci una pistola, ma così difficile darci un libro?  Perché è così facile costruire un carrarmato, ma costruire una scuola è così difficile?
Viviamo nel mondo moderno, nel ventunesimo secolo, e crediamo che nulla è impossibile. Possiamo raggiungere la luna, forse a breve atterreremo su Marte. Per questo, in questo ventunesimo secolo, dobbiamo essere determinati a far realizzare il nostro sogno di un’istruzione di qualità. Realizziamo uguaglianza, giustizia e pace per tutti. Non solo i politici e i leader del mondo, ma tutti dobbiamo fare la nostra parte. Io. Voi. È nostro dovere.
Dobbiamo metterci al lavoro, non aspettare. Chiedo ai ragazzi come me di alzare la testa, in tutto il mondo. Cari fratelli e sorelle, diventiamo la prima generazione a decidere di essere l’ultima: classi vuote, infanzie perdute, potenziale perduto, facciamo in modo che queste cose finiscano con noi.
Che sia l’ultima volta che un bambino o una bambina spendono la loro infanzia in una fabbrica.
Che sia l’ultima volta che una bambina è costretta a sposarsi.
Che sia l’ultima volta che un bambino innocente muore in guerra.
Che sia l’ultima volta che una classe resta vuota.
Che sia l’ultima volta che a una bambina viene detto che l’istruzione è un crimine, non un diritto.
Che sia l’ultima volta che un bambino non può andare a scuola.
Diamo inizio a questa fine. Che finisca con noi. Costruiamo un futuro migliore proprio qui, proprio ora".
. (Discorso di Malala per il Premio Nobel)
Raccontare la storia di Malala è stato come aprire un orizzonte troppo vasto... marziano... c'è chi ha detto a voce alta che mai avrebbe lottato per andare a scuola, tanto meno rischiare la vita, chi ha vissuto il tutto con disagio, chi non avrà seguito, ma anche chi avrà accolto la storia e le parole di questa ragazza diciassettenne gli saranno sembrate... straordinariamente insolite e capaci di porre domande... quando qualcuno di loro capirà che l'educazione è la strada per non cedere al potere e al richiamo suadente, ma mortale della Camorra?... Malala ci ha aiutati a seminare grandezze, profondità, speranze e desideri, sogni e l'importanza dell'educazione...


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