Da INTERCOM n 150 www.lasalle.org
“Sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio”. EG 87
Palazzi dai 13 ai 17 piani, strade ampie a
doppia carreggiata, spazi enormi e vuoti, sporcizia diffusa e senso di
abbandono… sembrano gli elementi essenziali delle periferie; in questo caso
della periferia nord di Napoli: Scampia. Dal 2007 una comunità lasalliana ha
scelto di “entrarci in periferia” per “essere salvata “ (L.P. 2016) da coloro
che sono ai margini: giovani che hanno abbandonato precocemente la scuola,
disoccupati, donne maltrattate, genitori minorenni, gente coinvolta con la
criminalità organizzata, Rom…
Tra queste persone, che ci hanno accolto
dicendoci: “È bello sapere che ci sono dei Fratelli che vengono a vivere con
noi!”, la comunità sente la chiamata ad “essere lievito nella pasta” (Lc 13,
20-21), “essere popolo” (EG 273).
L’avventurarci
in questa sconosciuta “terra santa” che è Scampi ci ha chiesto di “togliere i
sandali” delle nostre certezze e convinzioni, di esser più flessibili e meno
rigidi, più pronti e meno prigionieri della nostre idee o della nostra
confort-zone, più liberi per ascoltare “grida e gemiti” per lasciarsi attirare
dal sentiero meno battuto; non ci sono stati schemi o programmi da seguire, ma
il tutto si rivela piano paino, forse per no spaventarci e per una comprensione
graduale: un po’ come una “navigazione” inizialmente sotto costa che
successivamente ci ha portati “al largo”, come “ una nave senza vela e senza
remi” (M. 43,1)
Abbiamo
imparato a camminare con tanti e con tutti coloro che hanno il desiderio di
fare qualcosa di bello per chi è vulnerabile, superando ogni barriera
ideologica, religiosa e questo, fatto in maniera spontanea senza previsione, ci
ha permesso di sentirci Chiesa in modo differente perché siamo stati
riconosciuti dagli altri come Chiesa prossima e vicina, una Chiesa non chiusa
in convinzioni o al riparo, ma che s’incontra nei luoghi di vita: la strada, il
mercato, l’appartamento accanto, il centro sociale, la conferenza, l’asl… senza
idee precostituite, senza verità assolute, ma in ricerca.
Per facilitare il nostro “essere con”, le
scelte strategiche, che si sono rivelate anche profetiche, sono state:
vivere in un appartamento all’interno di una
casa popolare: vivere la prossimità reale e a volte, “fastidiosa” dei bambini
che suonano il campanello della porta a giocare, stare con noi, fare i compiti
e a volte anche per pregare con noi, come delle persone che ad ogni ora ti
vengono a chiedere aiuto…
condividere con i Laici la Missione
Educativa Lasalliana a servizio dei Poveri in modo nuovo: il discernimento ci
ha portato a scegliere di non creare un nuovo ministero educativo dipendente
dalla Provincia religiosa, ma di fondare una cooperativa “Occhi Aperti” e
un’Associazione di volontariato “Arrevutammoce” come nuovi strumenti utili oggi
per coinvolgere altri per la missione;
camminare con altre comunità religiose che
hanno scelto l’inserimento il cammino per confrontarsi, sostenersi, contemplare
i segni dei luoghi e dei tempi per evangelizzare, esser evangelizzati ed essere
Chiesa-Comunione;
rinnovare la scuola e l’educazione per
coloro che sono ai margini: creare “IO VALGO” scuola lasalliana della seconda
opportunità per offrir loro percorsi formativi nei quali possano essere
protagonisti e così da farsi un futuro differente, alfabetizzare adolescenti e
adulti Rom per lottare con loro, e non per loro, per i diritti di dignità, di
cittadinanza, d’istruzione, attivare esperienze di formazione e lavoro per ragazze
affinché lottino per le loro pari opportunità e per un futuro dove non siano
succubi degli uomini, organizzare il Simposio Internazionale d’Arte di Scampia
affinché la Bellezza sia strumento di liberazione e trasformazione;
accogliere volontari da tutto il mondo:
dalla nostra fondazione siamo stati contattati da realtà lasalliane e non
affinché vivessimo la vocazione di “ponte” per far incontrare la nostra gente
con persone che avevano il desiderio di “stare” e di fare qualcosa di bello con
e per i Poveri;
animare vocazioni Lasalliane: alcuni
Lasalliani hanno trovato nella dinamica del nostro inserimento un tempo e uno
spazio favorevoli all’approfondimento e alla comprensione della propria
vocazione forse perché “le innovazioni più significative
procedono tutte da uno spostamento mentale, talvolta fisico... Uno spostamento
che prende in conto l'altro e la sua differenza, uno spostamento che
disorienta. Giovanni Battista de La Salle l'aveva capito e l'atto fondatore
lasalliano risiede lì, primariamente e in gran parte: è all'origine di tutta la
nostra storia santa”.
(Nicolas Capelle Quaderno MEL 4, pag 7).
Gli insegnamenti spirituali di La Salle
hanno cominciato ad assumere una dimensione più profonda: ricordarsi di essere
alla santa presenza di Dio tra le scale fatiscenti di palazzi sovrappopolati o
nella miseria assordante del un campo Rom, vedendo gli spacciatori riunti a che
vogliono controllare il territorio o davanti ad una donna incinta maltrattata
dal marito ti obbliga a guadare la realtà con gli occhi di Dio perché
umanamente rivela la tua impotenza, fa sorgere rabbia e a volte è troppo
doloroso o faticoso, la Sua Presenza allora ti aiuta a cercarne la Sua Provvidenza
e Bontà tra le pieghe della Vita e delle vite.
Assurge spontanea la necessità e la
richiesta personale e comunitaria di silenzio per ascoltare profondamente le
grida e i gemiti, i moti del proprio
cuore, le ispirazione divine e la Parola che a volte sembra essere così
evidente, scritta e ispirata proprio per la nostra gente e grazie ad essa;
leggere la Buona Notizia “con i piedi” a Scampia è una continua rivelazione e
una comprensione sempre differentemente profonda.
Leggere le “Meditazione per il tempo del
ritiro” è scoprire una somiglianza, dolorosa, tra l’esperienza vissuta da La
Salle e dai primi Fratelli nel 17° secolo e la nostra del 21° secolo… alcune
sue parole, alcune sue intuizioni ci aiutano ad animare l’oggi ed è proprio vero
che “la nostra consacrazione, la nostra
missione ed la nostra organizzazione sono adatte a vivere nelle zone a rischio”
(Circ. 466 1.28).
La Missione che viviamo qui è proprio
rivolta “in primo luogo
alle necessità educative di coloro la cui dignità e i cui diritti fondamentali
non sono riconosciuti”.. per cercare “di
dare loro la possibilità di vivere degnamente come figli e figlie di Dio”
dovendo sempre “rinnovare e diversificare”
le nostre proposte “secondo le
esigenze del Regno di Dio” (R. 13).
Dopo
10 anni sentiamo di dover discernere nuovamente, ma con un maggior numero di
lasalliani e partner, sulla chiamata che abbiamo ricevuto e che dobbiamo vivere
“domani”: l’apertura di un progetto di seconda opportunità per gli studenti
della secondaria di secondo grado, creare delle prospettive lavorative per i
giovani con cui abbiamo camminato in questi anni, rispondere al desiderio dei
nostri fratelli e sorelle Rom che desiderano che i propri figli vadano a
scuola, rinnovare la cooperativa Occhi Aperti per essere più innovativa, essere
più attenti ai cammini vocazionali delle persone che vengono a stare con noi e
per i giovani che Dio ci ha affidati.
Tutta questa storia santa, di cui siamo solo
co-protagonisti con i bambini e la gente di Scampia, con Gesù e il Suo Spirito
ci dona una grande libertà di Spirito perché è la Vita che segna il nostro
“ritmo” e ci permette di seguirla affinché nella dinamica dei “segni dei tempi
e dei luoghi” tutto ci plasmi per essere, poveramente, a immagine della Trinità
che ci sceglie e ci chiama, ci consacra e c’invia, ci salva. (R. 21)
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