SCAMPIA PRO ROM, PER RESTARE UMANI di P. Domenico Pizzuti sj


Gli accadimenti positivi, non sempre richiamano l’attenzione come quelli urlati e strumentalizzanti proteste delle popolazioni  senza proposte di soluzione, con titoli poi strillati dai giornali. Sabato 7 ottobre, per chi c’era, nel pomeriggio avrebbe  visto all’ingresso della metropolitana di Scampia la partenza di un colorato, gioioso e pacifico corteo la cui parola d’ordine era “Restare umani”, convocato dalla rete di associazioni del territorio e cittadine, tra cui “Chi Rom e...chi no”, Comitati civici, Comitato “Abitare Cupa Perillo”, con la partecipazione di Associazioni del territorio e del centro, di Centri sociali, di un numeroso gruppo di Scout, del Gruppo “Dignità e bellezza”  di Miano, di gesuiti, religiosi e suore. Soprattutto tante famiglie Rom con i loro figli anche piccoli, provenienti sia dall’Auditorium della VIII Municipalità dove temporaneamente alloggiati, sia dal campo di Cupa Perillo, tutti uniti in una marcia pacifica per il riconoscimento degli eguali  diritti umani dei residenti sul territorio. Il servizio serale del Tg3 sulla manifestazione riportava questo titolo significativo  dell’evento: “SCAMPIA PRO ROM. PER RESTARE UMANI” come riconoscimento dell’azione di Associazioni e Comitati del territorio, non omologando la popolazione del territorio a disegni,  azioni ostili, intimidazioni  di alcuni  nei confronti delle comunità Rom  residenti da 25/30 anni nel quartiere e quindi alla seconda e terza generazione di residenza.
L’attenzione al corteo nel suo tragitto dalla stazione della metropolitana a Piazza Giovanni Paolo II era richiamata dalla Banda Baleno in testa   con il rullare dei tamburi ed il caratteristico passo di danza  quasi a voler dare un calcio ai sentimenti di violenza ed odio razziale che stanno attraversando la società italiana nel suo complesso e a  miserevoli disegni di esclusione di alcuni rappresentanti del territorio. Nella fusione della  partecipazione al corteo con uomini e donne Rom con i loro piccoli si avvertiva una conoscenza,vicinanza e familiarità che configuravano l’ inclusione sociale attesa di queste popolazioni e sostenuta dall’azione di Associazione e Comitati di Scampia appunto pro Rom. Secondo l’espressione di una di queste madri  nel corteo con la permanenza di lunga durata sul nostro territorio si considerano figli di questo territorio, cittadini di questo paese non sempre ospitale, perchè vestono come noi, parlano la  nostra lingua, i loro figli frequentano le nostre scuole, fanno la spesa nei nostri mercati, ecc. “Questi piccoli, afferma Renzo Piano, li ho visti nelle scuole con i loro occhioni studiano una Costituzione che però non li accoglie”.
   Questa pacifica manifestazione antirazzista venuta all’attenzione è frutto di mesi di sensibilizzazione, aggregazione, mobilitazione degli abitanti del campo di cupa Perillo con esponenti del territorio, dopo il sequestro giudiziale di alcune aree del campo, ed il vigliacco  e doloso incendio, che ha dato luogo alla formazione del “Comitato abitare Cupa Perillo”  di Rom e non rom per una gestione partecipata della transizione abitativa delle famiglie sgombrate ai progetti dell’Amministrazione comunale aperti a soluzioni abitative differenziate. da parte delle famiglie. Questa mobilitazione di cittadini Rom e napoletani per affrontare i problemi dell’emergenza abitativa dei Rom, ricordando con Amnesty Internazional che preclude sgomberi forzati dei Rom in Europa, perchè un alloggio adeguato è un diritto umano, disegna un metodo civile, democratico e partecipato di fronte a intimidatori  disegni di esclusione e razzismo da scoprire. Bisogna ri-partire dalle periferie, come titolava un volume, da “SCAMPIA PRO ROM” appunto che accoglie ed include come fatto di civiltà.

                                                                                              Napoli, 9 ottobre 2007


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