Sogno un mondo dove nessuno si senta straniero
Keane Palatino, coordinator
internazionale dei Giovani Lasalliani, si è presentato a noi condividendo alcuni
passaggi della sua vita: ex alunno dei Fratelli, dalla scuola dell’infanzia
all’Università, sempre attivo nella vita extrascolastica, tra impegno per gli
altri, cammino di fede ed esperienze di fraternità, è stato toccata da
un’esperienza vissuta quando aveva solo 11 anni.
Il gruppo giovanile aveva
organizzato un’esperienza di conoscenza e volontariato in un riformatorio e
Keane, malgrado la giovane età, si presentò per vivere l’esperienza; non
potendo andare a conoscere direttamente i giovani carcerati, cominciò a
visitare le camere dei giovani: erano camere multiple con letti a castello;
uscendo da una di queste, incontrò un giovane carcerato che si chiamava Jerry e
che e lo invitò a fare con lui dei “lavoretti” di auto finanziamento; Keane non
fu molto bravo nella parte pratica, ma ascoltò il giovane e si trattenne con
lui per due orette; Jerry era dentro per omicidio.
Quando dovette partire, Jerry lo ringraziò
assai per averlo ascoltato, per esser stato con lui.
Keane pensò che, anche a quella giovane età,
era in grado di fare qualcosa di buono anche solo ascoltando e che non fosse così
difficile mettersi a servizio di una persona che non si conosce.
Keane ha poi continuato
parlandoci di Millennials (nati nella metà degli anni ’90, hanno un maggiore uso
e familiarità con i media e le tecnologie digitali, senso di comunità e
narcisismo) e di Generation Z (nati dal 2000, avvezzi all'uso della tecnologia
e dei social media, indipendenti, pragmatici, meno portati alla socializzazione
di persona, più insicuri, instabili, ma più aperti) e ci ha fatto vedere
alcuni video affinché imparassimo ad ascoltare realtà differenti e ci
confrontassimo sia personalmente che nelle nostre piccolo comunità. Sono
scaturiti una seri di bisogni che crediamo siano i più umani che non
appartengono solo ai giovani, ma a tutti.
Le differenze culturali e
le varie tradizioni emergono con maggior insistenza negli scambi inter
personale; ma il bisogno di essere accolti e ascoltati, il bisogno di “perdere
tempo” insieme, il bisogno di confidenzialità e di rispetto, il bisogno di
essere accompagnati e sostenuti, il bisogno di fiducia e di poter dar fiducia,
il bisogno di sfidare positivamente gli adulti per testarne la credibilità… sono
universali e credo che ognuno di noi possa continuare la lista specialmente
ascoltando I giovani che il Signore ci affida e/o ci fa incontrare.
Una domanda previa che
dobbiamo porci è questa: I giovani, quelli concreti, e non quelli che abbiamo
nella nostra testa, per me sono un problema, una risorsa, una sfida?
Attraverso dinamiche,
abbiamo affrontato argomenti e/o domande “tabù” che i giovani hanno desiderio
di affrontare e, di fronte ai quali, non possiamo né spaventarci, né irrigidirci o “scappare”… ma attivare la nostra capacità di ascolto profondo e
la nostra empatia
Sia l’Istrumentum Laboris
che il Documento del Sinodo “I Giovani, la Fede e il Discernimento Vocazionale”
sono ottimi strumenti per “guardare/ascoltare” la realtà giovanile da varie
prospettive.
Il Sinodo stesso, ma anche
l’incontro pre-sinodale, come momento per camminare insieme con e per I
giovani, sono icone che devono ispirarci come agire per incontrare e ascoltare
I giovani e renderli protagonisti… è vero, i giovani presenti erano dei giovani
adulti, ma attivare I gruppi di Giovani Lasalliani (MGL) in ogni nostro Centro Educativo
è un’urgenza per camminare e ascoltare i giovani.
Il discorso di fede ci
raccoglie tutti nella sfida che esso rappresenta per una difficoltà di dialogo
con i giovani e specialmente nei paesi occidentali, ma crescente anche in vari
paesi, es America Latina, una disaffezione verso la religione e il discorso
spirituale.
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