lettera da Scampia 2

carissimi Fratelli e Lasalliani/e,

all’inizio dell’anno nuovo abbiamo festeggiato i nostri primi tre mesi, a nome di tutti voi, a Scampia… mesi di scoperta di figli e figlie di Dio, mesi di conoscenze, di osservazioni, di riflessioni, di preghiera… in definitiva di Dio che ci ha fatti giungere qui e ci chiede di essere fondati sulla gratuità e sulla speranza (R.19b).

Sapete non ci si riesce ad abituare, ed è una grazia, a strade piene d’immondizia, a vedere lo spaccio di ogni genere di droga 24 su 24, chi si buca, chi sniffa senza la minima remora sotto il sole di Napoli e sotto i tuoi occhi, sotto quelli dei bambini e degli anziani…Sì, ci sono delle cose che ci fanno gemere per la violenza e l’ingiustizia che giacciono in esse…

Ormai, anche nel nostro andare avanti e indietro tra il La Salle di Napoli e Scampia c’è un po’ di routine, di quotidianità che sembra a volte non concedere allo sguardo la capacità di cogliere i dettagli e di guardare il bello e il brutto che c’è senza abituarcisi, ma il compito che la Provincia ci ha dato, crediamo, ci faccia stare vigili.

Cosa facciamo? … che è poi la domanda che tanti ci fanno…

Il Centro che ci è stato dato, comincia ad assumere un aspetto familiare e pulito, sono stati portati via camion di immondizia e di arbusti che avevano occupato gli spazi esterni… questo ha creato un primo fuggi fuggi di topi… ma la zona verrà presto derattizzata… tra l’immondizia presente ci sono ancora troppe siringhe (questa mattina ne ho contate una decina)… il tetto dell’edificio è stato terminato e la cancellata riparata… prossimi impegni sono la tinteggiatura con colori vivaci dell’interno, la sostituzione dei vetri rotti e dei pannelli del contro-soffitto come la sistemazione del pavimento. Quando il centro avrà un aspetto decente, si potrà ripulirlo da cima a fondo (alcune mamme oggi hanno dato la disponibilità, visto che sarà uno spazio per i loro figli), si passerà ad arredarlo, a tinteggiare la recinzione, a rendere più gradevole l’esterno… per tutto ciò la presenza di amiche ed amici che vogliano condividere con noi questo momento di “fare casa” sarà graditissima.

I pomeriggi, abbiamo dato al disponibilità per aiutare i bambini durante i doposcuola della parrocchia della Resurrezione: bambini delle elementari e qualcuno della scuola media sono ormai i piccoli amici che, con le difficoltà della lingua che ci separa, cerchiamo di educare e da cui farci educare. Sono bambini con difficoltà dovute all’assenteismo forzato: genitori che non si alzano mai per portarli a scuola o che li portano con loro a fare “dei servizi”; che vengono lasciati a casa, se ragazze, a curare i più piccoli; bambini che non vanno a scuola con la scusa di un mal di pancia e che trascorrono le giornate in giro; ragazzi presi in giro da alcuni insegnanti della scuola superiore perché provenienti da Scampia e quindi reputati incapaci di fare qualcosa di buono…

Bambini e ragazzi che risultano intuitivi, svegli, capaci di cogliere, con arguzia, alcune sfumature della vita e a cavarsela in questi luoghi dove lo spaccio e la violenza sono paesaggi desolatamente quotidiani; ma vi sono anche giovani che soffrono varie forme di ritardo e di difficoltà: tra i record negativi che Scampia detiene, c’è anche quello del più alto uso di psicofarmaci.

Tra le relazioni significative che abbiamo intessuto e che si stanno approfondendo ci sono quelle con i Gesuiti, le suore della Provvidenza e la Società del Sacro Cuore: con i padri gesuiti lo slancio missionario si fa evidente e la progettazione congiunta per una presenza educativa più attenta alla ricerca di nuove strade per ascoltare e rispondere ai bisogni; con le suore della Provvidenza di Udine viviamo la realtà fragile della vita consacrata che nel suo rivolgersi ai piccoli trova la via per un annuncio di Gesù che unifica la vita e gli sforzi delle comunità religiose; la comunità della Società del Sacro Cuore, presenti nel quartiere vicino da 34 anni, è un luogo in cui spesso ci ritroviamo: è una specie di oasi per noi, quel loro appartamentino, dove si è sempre accolti, sempre si scambiano riflessioni alla luce della Vita e della Parola, sempre si vive la bellezza di cercare il volto di Dio in periferia. Un tratto comune è la volontà di fare, con modalità diverse, qualcosa insieme in campo educativo sia per i giovani che per gli insegnanti e l’esperienza della marginalità che si vive a confronto con la chiesa diocesana poco attenta alla ricchezza della debolezza della vita consacrata e alla vivacità missionaria e profetica che sempre ha avuto ed è chiamata a testimoniare.

La presenza sul territorio è anche favorita dal rapporto con la municipalità e specialmente con l’assessore all’educazione di Scampia: vista la nostra disponibilità, siamo stati coinvolti nella faticosa ricerca di mettere in rete risorse, capacità, fondi, energie, idee che devono essere uniti, ma non unificati, per combattere quella mentalità camorrista, assistenzialistica ed individualista che sembra regnare in questa periferia.

Da tutti questi incontri e dalla riflessione comunitaria sembra disegnarsi meglio chi saranno i giovani per i quali e con i quali vorremmo vivere la missione lasalliana: gli adolescenti.

Molte esperienze, più o meno valide, cercano di dare risposta ai bambini della fascia elementare e dei primi ani della scuola media, mentre i ragazzi e le ragazze preadolescenti ed adolescenti, sicuramente difficili, sono abbandonati e, si può dire, condannati al fallimento: nell’ITIS di zona i ragazzi iscritti al primo anno sono circa 400 dei quali 150 non arriveranno a terminare il primo anno di scuola e altri 100 saranno respinti: si potrebbe parlare di strage!

Un altro mondo che si apre davanti al nostro orizzonte, mondo conosciuto nella sua concretezza e necessità grazie ad un incontro fortuito… la nostra storia santa insegna (Nyel)… è quello con il mondo Rom; per ora mondo conosciuto da molto lontano, se togliamo il nostro osservare uno dei loro campi; la nostra cura più attenta sarà rivolta ai ragazzi inseriti nella scuola media che vengono ulteriormente emarginati perché privi di basi culturali: se è già difficile crescere a Scampia, essere rom qui è un ulteriore danno.

Abbiamo adocchiato, nello stabile vicino al “centro”, un appartamento al 10° piano; è stato lasciato dagli affittuari che però lo vogliono lasciare vuoto e l’hanno blindato affinché non fosse occupato (modalità assai usata: anche la nostra parrocchia ha occupato da più di 10 anni una struttura abbandonata facendone una specie di oratorio e centro d’aggregazione); la famiglia ce l’affitterebbe con piacere e sarebbe proprio vicino al nostro luogo di missione così da coniugare una quotidianità di vita basata nell’inserimento con la risposta che il carisma lasalliano vuole dare: l’educazione dei poveri.

In questo mese di gennaio sarà importante ricevere il fratello Rafa Matas, visitatore di Valencia (Spagna) che viene ad incontrarci perché vorrebbe mandare un Fratello della sua provincia per fare comunità con noi: ciò sarebbe l’inizio di una comunità europea a servizio del carisma lasalliano; un altro appuntamento è un viaggio che faremo in Spagna per incontrare quelle comunità lasalliane che già vivono l’inserimento e il servizio educativo dei poveri; li raggiungiamo sia per conoscere, condividere, imparare, sia per tessere legami significativi nella nuova Regione Europea Lasalliana.

Sappiamo che “Scampia” è entrata nel linguaggio lasalliano e questo, sperando di non essere una presenza troppo pubblicizzata, è una cosa che ci fa molto piacere, ma rinnoviamo a tutti, dai cari Fratelli del Centro La Salle di Torino e del Colle La Salle di Roma, ai bambini delle classi della materna o delle elementari, di pregare per noi affinché il nostro sguardo non si stanchi di osservare la realtà, criticando e lottando per la giustizia e la legalità e, soprattutto, cogliendo che il Regno di Dio è vicino; le nostre mani non smettano di accarezzare, abbracciare, consolare chi incontriamo senza temere di chiedere aiuto, collaborazione e di costruire fraternità; i nostri piedi non abbiamo paura e ci spingano su strade audaci per annunziare, con la vita prima e con la parola poi, che Gesù è risorto e ama tutti, ma “va in cerca della pecora smarrita”; i nostri cuori sappiano essere toccati e feriti, nella convinzione che “i poveri sono i nostri primi maestri… e che in Gesù la salvezza si è rivelata come mistero di povertà e non possiamo capire Gesù né il suo mistero se non a partire dai poveri” (fr Alvaro L.P. 2006)… per questo impegno di preghiera che vi chiediamo, vi ringraziamo sapendo di non essere soli…

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