La cosa che mi consola maggiormente è che camminiamo a piedi, con i mezzi pubblici, come i poveri... questa nostra scelta è per essere fedeli al “pellegrino di Reims”, alle sue radici, al suo andare “par le mouvement de l'esprit”... ai poveri, per essere come loro... per essere fragili e assolutamente non al riparo... ma anche per incontrare le persone, per immergerci ed inserirci in questa terra santa, malgrado non capiamo ancora nulla di quello che ci chiedono in napoletano stretto... è una modalità forse insignificante, che solo noi capiamo, ma è offerta... è essere “scalzi” in qualche modo, cogliere il vento che soffia, il sole che riscalda, malgrado siamo quasi a metà ottobre... vedere, osservare e contemplare nel medesimo sguardo, cogliendo i dettagli delle foglie che volano nel vento, dei rumori.. musica napoletana a palla, ma anche il canto degli uccelli... allungare il passo per superare i mucchi d'immondizia che ornano, ormai, le strade di Scampia... sentire l'olezzo di immondizia putrescente o bruciata (che scelta!!!)... notarsi scrutati da tutti i volti che incrociamo... ascoltare è un po' la parola d'ordine... ascoltare con i nostri corpi per superare la separazione tra noi e il mondo... riappropriarci dei nostri stessi corpi... qui a Napoli i corpi ti vengono un po' buttati in faccia; è strano.. le pancette non sono nascoste in ampie camicie, ma strette in t-shirt attillate e acriliche; le ragazze non sono trattenute dall'esporre i loro ombelichi.. un po' più ampi... e gli uomini neppure si trattengono... i napoletani sono belli, alcuni volti sono veramente intensi: i volti di Scampia sono non solo temprati dal vento, ma dalla stesa vita che li ha cesellati... i corpi dei tossico, che si bucano di giorno a due metri da me... in piedi, si tirano su la manica, veramente ieri il ragazzo si è fatto nel polso, e poi ripartono... zombi, corpi in cerca di vita... i nostri corpi... per ora, e molto di più quando vivremo tra di loro, saranno il primo sacramento e le prime membrane a sentire la Vita che ci parla... ascoltare con le nostre menti più o meno acculturate, menti che si ricollegano ad altre vite, ad altre usanze e consuetudini, ad altre categorie... ascoltare quell'altro mondo ancora a volte non decifrabile e difficile da abbracciare... perché, per me, l'ascolto deve portare all'abbraccio, all'accoglienza... ascoltare con il cuore, ferito e aperto... difficile stabilire quanto lo sia già... un cuore sedotto e rapito...forse cono troppo incenso... qui Cristo è nudo... non si può dissimulare... “Ho sete”... “Perché mi hai abbandonato?”...
noi camminiamo sulle strade che sembrano ormai delimitare lo spazio santo... non credo che camminiamo soli.... i legami ci uniscono non solo per tutta Italia, ma anche già qui... ci sono anche qui persone che sentiamo camminare con noi... alleluja!... il nostro camminare non può essere vano... è già annunziare il Regno, dire a loro che ci siamo per camminare per loro e con loro... con i nostri sorrisi, il nostro parlare in modo differente, la nostra gentilezza... Ma sono loro che determinano il passo, sono loro che sono costretti a camminare e lo fanno da cirenei o da maddalene del sabato santo... noi siamo i gregari... noi siamo i camminatori dell'ultima ora... loro, ultimi, arriveranno per primi... questa è una Sua promessa... per ora, fisicamente, noi camminiamo.

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