21 novembre 1691--- 2006


Il voto, chiamato “eroico” quando c’era bisogno d’eroi, forse… io toglierei quest’aggettivo… è stato qualcosa di segreto, di non conosciuto dalla maggioranza dei fratelli di allora… quale sarà stato il motivo? Timore? Segretezza? O richiama più la semina, il nascondersi nella terra e marcire per germogliare?... La Salle sceglie due compagni di cammino per fondare con loro la Società, che aveva già un decennio di storia e di successi, ma anche di crisi e di timori… si affidano a Dio, al Dio della storia che “ascolta i gemiti del suo popolo”, “che si piega sull’agnellino abbandonato e conduce pian piano le pecore madri”… un Dio prossimo vicino… ma anche il Dio dell’Alleanza che lo aveva tirato fuori dal mondo a cui era abituato e aperto al mondo dei poveri… e così, questi tre piccoli uomini rivivono un Alleanza che non è più personale, ma comunitaria, che coinvolge delle vita concrete a favore delle vite reali dei piccoli… così si dicono… così urlano a Dio… così scelgono e agiscono…

Santissima trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo,

prostrati con profondo rispetto dinanzi

alla Tua infinita ed adorabile Maestà

noi ci consacriamo interamente a Te

per procurare con tutte le forse e tutte le cure

la costituzione della Società delle Scuole Cristiane

nel modo che ci sembrerà più gradito a Te

e più utile per questa Società.

E per questo fine

Io, Jean Baptiste de la Salle, sacerdote,

Io, Nicolas Vuyart

E io, Gabriel Drolin

Da ora e per sempre, fino all’ultimo vivente,

o fino all’intero compimento

della costituzione di questa Società.

Facciamo voto di associazione e di unione

Per procurare e mantenere tale istituzione

senza poterla abbandonare

Anche s rimanessimo solo noi tre nella Società

E fossimo costretti a chiedere l’elemosina

e a vivere di solo pane.

Per questo promettiamo di fare,

con volontà unanime e di comune consenso,

Tutto ciò che riterremo in coscienza e senza alcuna considerazione umana

come il maggior bene di questa Società.

Fatto il 21 novembre,

giorno della Presentazione della Santissima Vergine, 1691

Oltre l’abbandono nelle mani di Dio, mi hanno colpito le affermazioni come:

nel modo che ci sembrerà più gradito a Te

e più utile per questa Società…

Per questo promettiamo di fare,

con volontà unanime e di comune consenso,

Tutto ciò che riterremo in coscienza

e senza alcuna considerazione umana

come il maggior bene di questa Società.

Mi sembra che qui ci sia il cuore di questo impegno per il sogno lasalliano… La Salle non si appella al Vangelo ipso facto, all’orazione come magia, alla tradizione come giusta regola, alla guida dei direttori o dei vescovi come tenutari della verità… ma mette nella circolarità della riflessione che le loro tre vite dedicate all’utopia lasalliana tessono ogni giorno, il segno e la certezza della volontà di Dio, della sua benedizione... scopre che è lì che Dio ancora parla, Dio ancora è Buona Notizia… il discernimento per lui, per loro, nasce dalla coscienza e senza alcuna considerazione umana… non ci sono calcoli… c’è solo il sogno e la certezza della chiamata condivisa… tutto, tutte e tre le vite sono come raccolte in questo sogno… hanno guardato gli uccelli del cielo e i fiori dei campi… hanno fatto esperienza del Dio che predilige, sceglie, sta, soccorre, ascolta i poveri… Dio, per loro tre, è di parte... ed anche loro lo sono… da nobile sceglie di chiedere l’elemosina e vivere di solo pane… chissà cosa ha sentito il suo stomaco delicato… chissà quali sguardi umani lo hanno accompagnato, lui abituato ad essere ai primi posti, ora pronto a scegliere di mettersi in fila per elemosinare il pane quotidiano… tutto questo se lo porto a Scampia… mi fa sorgere molte e tante domande, mi chiedo quale sia l’obbedienza, quale ascolto intenso e profondo devo vivere… cosa la Vita comanda, quale modo di stare in questa storia che è Scampia con la camorra, l’immondizia, il degrado… quali siano le “considerazioni umane” che faccio io, che fanno i superiori e che fa la Provincia… e cosa dica la mia coscienza, a volte mi sembra in modo imperioso, per quanto peccatore sia… sono, SIAMO… tempio dello Spirito Santo… e Dio parla, sussurra, edifica, nutre, consola, incoraggia… ispira… perché l’ascolto intenso e profondo non sia passivo, ma attivo e quindi amante… in questo loro voto c’è la vita delle strade di Reims, i giochi dei libertins, le urla delle madri che non sanno che fare con ‘sti figli, le speranze dei padri piegati dalla fatica, i silenzi dei cuori amanti che pregano Dio, le violenze dei maestri scrivani, l’indifferenza dell’alto clero e del Re… il voto diventa un spazio in cui raccogliere tutto il loro vissuto e ritrovarci nuovamente Dio… è una possibilità inedita di mettere i sogni e le utopie, i gemiti e le urla dei bambini di Reims e d’impastarli con la loro vita… ed è difficile cosa faccia da lievito, se i cuori degli ultimi o quelli dei tre fratelli… cosa sia reale fermento in questo spazio… raccogliere i frammenti della vita, delle sensazioni, dei dubbi… e portarli nel cuore stesso di Dio, ma non come singoli, ma come comunione che loro, e noi, chiamano associazione perché nell’armonia tra Dio Trinità e La Salle+Gabriel+Nicolas/noi ci sono gli ultimi come segno di Alleanza… “i poveri li avrete sempre con voi”… non potrebbero essere loro, seconda eucaristia, questo “cemento” con l’Eterno, il Totalmente Altro, il Terribilmente/Teneramente Prossimo, il Presente e noi i passeggeri, i sempre uguali, i totalmente distratti, i passati?...

I nostri tre fratelli scelgono la via meno battuta, meno facile, la via nascosta anche agli altri fratelli, la via della povertà reale, la via dell’esclusione sociale, una via debole dove l’abbandono è il germe che sboccerà… la strada della kenosis… non si fanno strada grazie ai poveri, ma con loro, come loro… il mio, il nostro Istituto sceglie una via decisa quando Alvaro dice: “La nostra missione è scoprire che i poveri oggi sono i nostri maestri e che domani saranno i nostri giudici; è permettere che i poveri siano protagonisti del proprio sviluppo, è annunciare loro il Vangelo e scoprire in essi il volto del Signore”… qual è l’obbedienza richiesta? Alla famiglia che desidera che il canonicato rimanga in casa o che vuole tenere intatto il patrimonio familiare? Al vescovo di Reims che non vuole che il Fondatore vada a Paris? Alle leggi statali che condannano Monsieur de La Salle per la sua conduzione non ortodossa del mestiere insegnante e delle scuole eterogenee di poveri e di più o meno abbienti? E a me… ma non esiste più un io e stasera lo scrivo leggero e sereno di essere a Scampia una piccola parte, forse un avamposto per, di e con qualcuno… l’Associazione è un noi, sempre… è qualcosa di nuovo, Qualcuno di “in mezzo”… quindi mi chiedo… cosa ci è richiesto?

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