DIO NON COLORA DENTRO LE LINEE


"Non fate alcuna differenza tra gli interessi propri del vostro stato e quelli della vostra salvezza e della vostra perfezione". La Salle

"La dissociazione, che si costata in molti, tra la fede che professano e la loro vita quotidiana, va annoverata tra i più gravi errori del nostro tempo. Non si crei perciò un’opposizione artificiale tra le attività professionali e sociali da una parte, e la vita religiosa dall’altra". (G.S. n 43)

Questi testi, entrambi conosciuti, sono stati il "buon giorno" di bro Mike che ci ha voluto condurre al cuore della spiritualità. Dall'incarnazione del Verbo, Dio deve essere trovato in questo mondo; non abbiamo altre strade perché la scelta è stata di Dio. Noi siamo sempre alla presenza di Dio e il "Ricordiamoci" del Fondatore ci aiuta a ritornar coscienti di questa presenza, di questa realtà; troppo spesso, siamo noi gli assenti e non siamo coscienti che Dio è con noi.
"Se vogliamo entrare, in contatto con Dio in un modo umile,familiare e innamorato,
 dobbiamo coltivare la Sua Presenza" fra' Lorenzo della Risurrezione ocd (1614-1691)

Lo spirito di fede è un atteggiamento verso la realtà ed è fondato sulla convinzione che la misericordia di Dio è al lavoro in tutta la realtà e tutti gli eventi della vita, e che Dio, nella sua Provvidenza, conduce il mondo verso la completezza, la libertà e la riconciliazione. Questa convinzione è radicata nell'esperienza personale della misericordia di Dio che opera nel caos delle nostre vite. Nelle nostre
vite, come in quelle di coloro che serviamo, troviamo che Dio non rispetta i confini che i teologi morali mettono tra ciò che è un comportamento accettabile e uno che non lo è. Situazioni che la Chiesa può giudicare come "oggettivamente disordinate", diventano spesso il contesto e anche il mezzo attraverso il quale le persone incontrano la grazia e la guarigione. Si tratta di riconoscere che Dio opera con tutto ciò che è lì e attraverso ciò, per condurre l'umanità.
Dio incontra la gente dove è. Così, alcune tragedie personali spesso portano a una profondità colma di maturità e di compassione che non si sarebbe mai raggiunta in altro modo, e che anche il nostro peccato può diventare "felix culpa" che ci porta alla maturità nella fede. Nel campo dell'esperienza umana, il peccato e la grazia, il sacro e il profano, il grano e la zizzania, crescono insieme e non possono essere separati. "Dio non è pulito", ma è sempre al lavoro anche al di là dei confini. A differenza dei nostri migliori bambini, Dio non colora dentro le linee.

"Vedere con gli occhi della fede" è essere attenti ai modi in cui Dio ci invita a partecipare alla Sua opera nella nostra vita quotidiana, in modo molto ordinario e, a volte, disordinato.
Non dobbiamo aspettare qualche grande opportunità, gli inviti di Dio in genere arrivano attraverso i compiti della routine, i bisogni insoddisfatti degli altri e le croci inevitabili che possono essere sostenute solo nella fede e nella speranza. Ciò che Dio desidera da noi è che abbracciamo disinteressatamente la sua volontà nel momento presente, senza un eccessivo attaccamento ai risultati. Questo è ciò di cui il Fondatore parla quando ci spinge a una spiritualità profondamente biblica che si può riassumere in: "fare tutte le cose in vista di Dio", ovvero "sia fatta la tua volontà".

"Dio ti viene incontro vestito della tua vita" Paula D'Arcy



"Attribuire tutto a Dio": possiamo interpretare le parole del Fondatore nel senso che non vi è alcuna situazione dalla quale Dio sia assente e di conseguenza nessuna situazione è senza una possibilità salvifica. Attribuire tutto a Dio vuol dire fidarsi, perché nonostante le apparenze, la potenza salvificadi Dio è al lavoro anche nelle tragedie della vita, nelle circostanze peggiori. Significa riconoscere che quello che sembra un fallimento può effettivamente essere un mezzo di redenzione, se abbracciato nella fede, speranza e carità. Ciò che ci è richiesto non è il successo, ma che volentieri abbracciamo il momento presente con tutte le sue ambiguità, possibilità e limiti, lavorando con fede e speranza.
Questo ci permette di lavorare con serenità, sapendo che i risultati non sono in ultima analisi nelle nostre mani.

"L'unica regola è il momento presente" (Jean-Pierre de Caussade sj)

Se vogliamo controllare gli eventi, è perché temiamo tutto ciò che minaccia la nostra sicurezza, la stima e il potere. Ma la realtà non sipiega al nostro desiderio e così noi diventiamo ansiosi, arrabbiati e risentiti quando troviamo ostacolati nel perseguire i nostri desideri "presi in prestito". Gli attacchi alla sicurezza, al potere e alla stima, lungi dal renderci più forti, ci fanno emotivamente fragili e ci privano della libertà spirituale di cui abbiamo bisogno "per andare ovunque siamo inviati e per fare tutto ciò che è necessario".
Abbracciare la  volontà di Dio nel momento presente, richiede di lasciar andare i desideri personali, di andare oltre le nostre zone di comfort e di morire a noi stessi per arrenderci alla Provvidenza di Dio. Abbracciare la volontà di Dio è possibile solo grazie alla fiducia nella fedeltà di Dio perché "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Rm 8,28).

Il processo di formazione si svolge attraverso tutta la vita e non è sinonimo di un qualsiasi programma formalmente istituito. Dal punto di vista del Capitolo sulla formazione, le nostre vite sono un costante dialogo con un Dio che si rivolge a noi attraverso i bisogni e le esigenze del momento presente; Dio ci chiama ad amare e alla libertà. I momenti di crisi personale sono forse le più importanti esperienze formative, perché è in queste occasioni che diventiamo più consapevoli dell'invito di Dio a lasciar andare gli oggetti, le idee, l'ego su cui abbiamo finora fondato la nostra identità, per affidarci completamente a lui. Tali esperienze sono le "notti oscure" che ci purificheranno dalle nostre dipendenze malsane e ci porteranno a trovare la nostra vera fonte della vita in Dio. L'obiettivo della formazione è la libertà spirituale: attraverso la grazia della Spirito, dobbiamo decidere che persona vogliamo essere.
La crisi è inevitabile, come afferma la psicologia e anche la vita di La Salle ci narra. Passiamo i nostri primi vita a costruire la nostra identità e ciò è essenziale per sfamare i nostri bisogni emotivi di sicurezza, di stima e di controllo. Ma l'evanescenza delle realtà terrene e l'imprevedibilità della vita cospirano sempre contro di noi; i beni finiti non sono stati pensati per soddisfare i nostri desideri più profondi.

Quando cadiamo, come ognuno di noi ne ha fatto esperienza, abbiamo bisogno di vedere nella fede che anche questa è grazia di Dio che ci conduce alla consapevolezza che la nostra vera identità non è in definitiva qualcosa che forgiamo con i nostri sforzi e successi, ma piuttosto un dono che in umiltà riceviamo da Lui. In definitiva, la verità di ciò che siamo è nascosto nell'amore e nella misericordia di Dio. È accettando il dono immeritato dell'amore di Dio nella nostra vita che sembra fallita, che sperimentiamo la nostra vera identità di figli prediletti di Dio.

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